Un momento dello spettacolo dei Grandi Giochi di massa nello stadio di Pyongyang, il 9 settembre (ED JONES/AFP/Getty Images)

I giochi di massa in Corea del Nord

Le foto spettacolari del Festival di Arirang e delle impressionanti coreografie organizzate a Pyongyang

Come ogni anno a cavallo fra agosto e settembre il Rungrado May Day Stadium di Pyongyang – lo stadio principale della Corea del Nord – ha ospitato il Festival di Arirang, probabilmente il più grande spettacolo folkloristico del mondo (nel 2007 lo fu per certo, secondo il Guinness World Records). Il festival prende il nome dalla canzone simbolo del regime nordcoreano, quella che viene riprodotta ovunque nel paese e in centinaia di versioni diverse, tutte comunque abbastanza simili fra loro. “Arirang” narra – con un testo breve e toni solenni – la storia d’amore tra un uomo e una donna che viene ricondotta poi alle origini della penisola e di tutto il popolo coreano. Si ritiene che la canzone si sia diffusa più di cinquecento anni fa. È tuttora presente anche nella cultura sudcoreana e in altri paesi dell’Estremo Oriente.

I Giochi di massa – l’altro nome con cui viene chiamato il festival – richiamano al May Day Stadium più di 100.000 persone, tutte impegnate nelle gigantesche coreografie riprodotte fra spalti e platea. I Giochi di Massa sono una manifestazione in cui il mito del Partito del Lavoro di Corea e della dinastia dei Kim (Kim Il-sung, Kim Jong-il e il reggente Kim Jong-un) si unisce al popolo nordcoreano, che ne esalta la storia con coreografie ed esibizioni di danzatori, ginnasti e degli stessi spettatori. Le coreografie vengono preparate alla perfezione da esercitazioni pressoché quotidiane che ogni coreano pratica regolarmente da quando ha cinque anni. Il regime poi seleziona annualmente più di 100.000 cittadini che andranno ad esibirsi al May Day Stadium in presenza delle più alte cariche della Repubblica Popolare Democratica di Corea, tra cui il capo del regime, Kim Jong-un.

La Corea del Nord è uno dei paesi meno liberi del mondo. Il potere è in mano a un regime repressivo e violento che controlla ogni aspetto della vita dei suoi cittadini e ne impedisce ogni contatto con il mondo esterno; nel paese non esiste alcuna forma di libertà di stampa né di istituzioni democratiche e sindacati, mentre l’istruzione, la cultura e l’economia sono governate dall’unico partito della nazione e i “dissidenti” – ma bastano gesti piccolissimi per essere considerati tali – sono perseguitati e imprigionati, quando non torturati e uccisi.

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