«Quello del libraio era un lavoro noioso. Pensavo che comportasse sistemare un po’ gli scaffali e consigliare libri ai clienti, magari parlare di letteratura e arte. Ingenuo. Passavi invece la maggior parte del tempo a scaricare bolle, aprire scatoloni, preparare le rese. La resa, ecco un buon titolo per la mia vita di poeta libraio che ha rinunciato a ogni aspirazione. Le clienti facoltose si dirigevano senza esitazioni verso la pila dei gialli, prendendone cinque o sei alla volta; ogni tanto ne riportavano addirittura qualcuno indietro, perché l’avevano già letto e non se ne ricordavano: «Sa com’è, le copertine si assomigliano tutte…» Ma di nuovo, come con la casa e l’imborghesimento, l’amarezza iniziale aveva lasciato il posto a un nuovo piacere. Godevo di quella umiliazione. La devozione al mestiere era spolverare i romanzi, spazzare per terra, controllare le cedole. Ero il cassiere, il cortese impiegato che sistemava le sedie e le bottigliette d’acqua per la presentazione di un romanzo alla quale partecipavano i cugini, le zie e uno sbiellato con barba incolta e unghie sporche».
Nel cuore della notte di Marco Rossari, Einaudi 2018
È un romanzo, breve. Parla soprattutto delle storie d’amore, ma anche del tempo che stiamo vivendo e della vita in generale.