Una megattera salta fuori dall'acqua vicino alla costa occidentale della penisola Antartica, il 5 marzo 2016 (EITAN ABRAMOVICH/AFP/Getty Images)

Forse siamo riusciti a salvare le megattere

Grazie ai divieti sulla caccia e a un clima favorevole hanno iniziato a riprodursi con grande frequenza, ma le cose potrebbero peggiorare di nuovo

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, la popolazione delle megattere che vive attorno alla penisola Antartica è in crescita: è una notizia molto buona per questi cetacei, che all’inizio degli anni Ottanta a causa delle caccia erano arrivate a essere meno del 10 per cento di quante fossero nell’Ottocento, e correvano sostanzialmente il rischio di estinguersi. Fra le ragioni di questo miglioramento ci sono soprattutto i divieti di caccia e un clima più favorevole.

Tra il 2010 e il 2016 gli autori dello studio, un gruppo di scienziati americani, hanno raccolto tessuti da 577 esemplari, e grazie all’analisi del DNA hanno identificato 239 maschi e 268 femmine. Hanno poi esaminato i livelli di progesterone, un ormone femminile, per stabilire quanti esemplari fossero incinte: nel 2010 lo era il 36 per cento delle femmine, nel 2014 l’86 per cento.

Per prelevare i campioni di tessuto necessari per la realizzazione dello studio le megattere non sono state particolarmente disturbate: gli scienziati hanno fatto i prelievi usando delle balestre che lanciano piccole frecce fatte apposta per raccogliere campioni di grasso cutaneo. La pratica non è invasiva per i cetacei, che infatti si avvicinavano alle imbarcazioni degli scienziati probabilmente incuriosite dalla loro presenza.

Oltre alla fine della caccia – la maggior parte delle megattere che ci sono in giro oggi sono nate dopo che è stata vietata, alla fine degli anni Ottanta – una delle ragioni della crescita della popolazione di megattere nel mare Antartico è il riscaldamento globale: finora le ha favorite, aumentando di circa 80 giorni il periodo dell’anno in cui il mare è senza ghiaccio; ha quindi reso più facile per le megattere trovare grandi quantità di krill, i piccoli crostacei che sono l’elemento fondamentale delle diete di molte specie di balene e balenottere.

Tuttavia gli scienziati temono che in futuro il cambiamento climatico possa avere effetti negativi per le megattere. Oggi il krill viene pescato e utilizzato come cibo per gli allevamenti di pesce, come esca o addirittura come alimento per le persone in Giappone e in Russia. È inoltre minacciato dal riscaldamento delle acque, perché si nutre sulla superficie inferiore dei ghiacciai marini. Sul krill si basa l’intera catena alimentare degli animali che vivono nel mare Antartico.

Oltre a quella delle megattere sembra che anche altre popolazioni di balene e balenottere stiano aumentando: ad esempio quella delle balene franche australi, quella delle balenottere comuni e delle balenottere azzurre, i più grandi animali che vivono sulla Terra. Tuttavia le megattere sono la specie che per ora se la passano meglio: secondo gli scienziati è perché mediamente crescono più in fretta, hanno gravidanze più frequenti e si accoppiano tutte nelle stesse zone, mentre le balenottere comuni e le balenottere azzurre si accoppiano nell’oceano aperto, dove è più difficile trovare un compagno. Le megattere continuano comunque a essere considerate a rischio di estinzione nei mari settentrionali.

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