Una veduta del porto industriale di Livorno (ANSA/ ENRICO PARADISI)

L’esplosione nel porto di Livorno

È avvenuta durante la pulizia di un sito vuoto, due operai di 52 e 25 anni sono morti

Intorno alle 13.30 di mercoledì c’è stata un’esplosione in un serbatoio nel porto industriale di Livorno, in Toscana. Sono morti due operai della Labromare, un’azienda specializzata nelle bonifiche: Nunzio Viola, 52 anni, e Lorenzo Mazzoni, 25 anni. Il serbatoio dove è avvenuta l’esplosione – che era vuoto al momento dell’incidente – si trova all’interno del deposito costiero della società Neri ed era destinato alla conservazione di acetato di etile. Dopo l’esplosione si è inclinato rimanendo appoggiato a quello al suo fianco. La procura di Livorno ha aperto un’indagine per omicidio colposo plurimo.

Massimo Provinciali, segretario generale dell’Autorità portuale di Livorno, ha detto che l’esplosione si è verificata durante una «routinaria operazione di pulizia di un serbatoio vuoto» e ha aggiunto che a quanto sembra erano state rispettate tutte le procedure di sicurezza. L’acetato di etile è un composto chimico liquido molto infiammabile, utilizzato come solvente per vernici e resine.

Non è ancora chiaro cosa abbia provocato l’esplosione, che ha causato un forte spostamento d’aria che ha ferito altri operai, ma per nessuno è stato necessario il ricovero in ospedale. La zona nel deposito di oli combustibili è stata completamente evacuata e sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e ambulanze. Secondo le autorità non ci sono pericoli ambientali.

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