(Da "Io c'è")

Cosa succede se fondate una religione

È la storia nel film "Io c'è" con Edoardo Leo, Margherita Buy e Giuseppe Battiston, che esce questa settimana: un albergatore in crisi si inventa un modo per non pagare le tasse

Dopo che mezza Italia ne ha discusso animatamente per anni, sul tema delle esenzioni fiscali per i luoghi di culto qualcuno si è inventato un modo di parlarne più divertente, e magari più efficace: ovvero un film che esce questa settimana, con Edoardo Leo, Margherita Buy e Giuseppe Battiston. E come suggeriscono già i nomi degli attori protagonisti è un film che trasforma la questione – e altre questioni italiane attuali – in una commedia. Si chiama Io c’è: è la storia del gestore di un bed and breakfast di Roma – è Edoardo Leo – che, con gli affari in difficoltà e il problema delle tasse, si inventa di trasformare la sua attività per l’appunto in un luogo di culto. Solo che gli serve un culto.

Il gestore si chiama Massimo Alberto e ha ereditato il bed and breakfast “Miracolo italiano” dopo la morte del padre: sta nel centro di Roma davanti a un convento le cui suore offrono alloggi ai pellegrini ricevendone donazioni e contributi a loro volta esenti da ricevute e tasse. E intanto il bed and breakfast perde clienti.
Massimo decide così di fondare una nuova religione e si fa aiutare da uno scrittore fallito con velleità di ispiratore e ideologo, che è il personaggio di Battiston. La nuova fede viene battezzata Ionismo, perché basata sull’Io, e come precetto fondamentale ha «non avrai altro dio all’infuori di te». Seppur non molto strutturata, la nuova fede è attraente, chiara e al passo coi tempi: inizia così a guadagnare seguaci e attenzioni.
Massimo, il protagonista, ne è dapprima felice, poi il successo della sua religione comincia a travolgerlo e sfuggirgli di mano.

La storia di Massimo e dello Ionismo è raccontata fuori campo dalla voce di Franco Mannella, noto doppiatore italiano. Il regista di Io c’è è Alessandro Aronadio, che ha 42 anni, è laureato in pedagogia a Palermo e dopo aver studiato alla Los Angeles Film School è stato assistente e aiuto-regista di Luc Besson, Mario Martone e Giuseppe Tornatore. Nel 2010 era uscito il suo primo film, Due vite per caso; nel 2016 ha diretto Orecchie: girato in bianco e nero e descritto come “surreale e tragicomico” dal sito Cinematografo.it. Parlava anche di religione: c’era un prete che diceva di essere stato chiamato da un uomo che aveva scambiato una macchia di muffa per una raffigurazione della Madonna.

Edoardo Leo è in un momento di estesa popolarità dopo aver aggiunto alla sua carriera la conduzione del Dopofestival a Sanremo, ma negli ultimi anni è stato uno dei più presenti e apprezzati protagonisti di commedie italiane. Le sue cose più apprezzate sono state soprattutto il ruolo da capo della banda di ricercatori della trilogia Smetto quando voglio e Perfetti sconosciuti ancora con Battiston (quello degli smartphone sul tavolo), uno dei film italiani più visti e premiati degli ultimi anni. Oltre a Margherita Buy – che è la sorella del protagonista – ci sono in Io c’è anche Giulia Michelini e Massimiliano Bruno.

Il film è una satira della religione ma anche dei culti, non solo religiosi, che partono piccoli e diventano rapidamente molto più grandi del previsto. Aronadio ha però detto: «In questo film io riporto esattamente credenze e precetti di veri culti: se questi susciteranno risate la responsabilità non sarà di certo mia». Ci sono espliciti riferimenti agli insegnamenti e ai dogmi delle grandi religioni monoteiste: cosa fare e cosa no, cosa mangiare e cosa no, come, quando e chi pregare: e passaggi molto divertenti ma anche di quelli non-guarderete-più-un-convento-come-prima. Oppure fonderete una religione.

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