Ieri due importanti attivisti cinesi per i diritti umani sono stati condannati per “sovversione del potere statale”. Non è raro che il governo cinese approfitti delle feste di Natale e di una minore attenzione internazionale per processare importanti oppositori. Il giorno di Natale del 2009, per esempio, condannò a 11 anni di carcere per sovversione Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace morto in carcere lo scorso luglio.
Wu Gan, famoso soprattutto per manifestazioni che attiravano sempre molta attenzione, e Xie Yang, un avvocato di 45 anni, erano stati arrestati nel 2015 nella cosiddetta “repressione dei 709”, quando il governò interrogò e incarcerò centinaia di attivisti e avvocati per i diritti umani: si trovavano in carcere in attesa di processo da allora.
Wu Gan, che ha 44 anni, è stato condannato a otto anni di carcere dal tribunale di Tianjin perché «è insoddisfatto dell’esistente sistema politico e ha usato a lungo reti di informazioni per diffondere retorica e attaccare lo stato di potere e il sistema stabilito dalla Costituzione», ha spiegato la sentenza. Gan, che farà appello, si era fatto portavoce delle proteste contro i funzionari corrotti e dell’ingiustizia subita da chi si mette contro di loro: per esempio aveva preso le parti di una donna che aveva ucciso con un coltello da cucina un esponente del partito comunista cinese che l’aveva stuprata. È anche famoso per aver pubblicato sui social network una foto photoshoppata con le facce di tre funzionari comunisti sul corpo di maiali con scritto «I più ricercati: tre grossi maiali»; e aver diffuso una sua foto con in mano due coltelli e scritto che avrebbe “macellato i porci”, riferendosi agli ufficiali corrotti.
Xie Yang è stato condannato dal tribunale ma non sconterà la pena per essersi riconosciuto colpevole e pentito. Il suo caso era diventato famoso in estate dopo che il suo avvocato aveva detto che era stato torturato e picchiato, e che la confessione gli era stata quindi estorta.
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