La ong tedesca Sea Eye, che opera nel mar Mediterraneo per prestare soccorso ai migranti che partono dalla Libia, ha annunciato di avere ripreso le sue attività, che aveva sospeso – insieme ad altre ong – lo scorso 10 agosto perché le nuove decisioni della Libia le avevano rese pericolose. Sea Eye ha detto che le sue due navi, la Sea-Eye e la Seefuchs, opereranno a partire dalle 70-90 miglia marine al largo delle coste libiche, per non mettere a rischio il proprio equipaggio esponendolo alle minacce della guardia costiera libica, che in realtà è un’accozzaglia di milizie e personaggi ambigui da tempo segnalata come un problema dalle ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo. Sea Eye ha spiegato di aver deciso di riprendere le attività dopo che la Seefuchs è stata mandata dal Centro di Coordinamento di Soccorso Marino di Roma a soccorrere dei migranti 50 miglia marine al largo della Libia. La nave ha soccorso 16 persone, che hanno detto di essere partite su due barconi pieni, i cui passeggeri non sono stati ritrovati: «riteniamo che siano tutti morti», ha detto Sea Eye, aggiungendo che «questo incidente dimostra che la tesi di Frontex e dell’Unione Europea secondo la quale non ci sono più rifugiati e quindi non c’è più gente in pericolo nel mare al largo della Libia è falsa».