Un pipistrello al Troja Zoo di Praga, il 14 novembre 2011 (MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images)

I pipistrelli sono animali speciali e pericolosi

Perché sono i mammiferi con le più alte probabilità di diffondere nuovi virus tra gli esseri umani, ha scoperto un nuovo studio

I pipistrelli sono animali speciali per molte ragioni: sono mammiferi che volano, “vedono” grazie alle loro orecchie, sono dei grandi consumatori di zanzare e dormono appesi a testa in giù. Hanno anche un’altra caratteristica, che potrebbe renderveli meno simpatici: sono i mammiferi che portano e trasmettono il maggior numero di virus che possono infettare anche le persone. Gli scienziati lo sospettavano da tempo, e ora uno studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista Nature lo ha dimostrato. Un gruppo di ricercatori dell’organizzazione EcoHealth Alliance ha messo insieme la lista di tutti i virus conosciuti che infettano sia gli esseri umani che gli altri mammiferi (sono quasi 600 e si trovano in circa 750 specie), creando un grande database nel corso di sei anni. Dall’analisi del database è emerso che i pipistrelli – seguiti da primati e roditori – sono gli animali da cui più di frequente avviene il cosiddetto spillover, cioè il passaggio di un patogeno da una specie a un’altra.

In questi grafici dello studio di Nature le regioni in rosso sono quelle in cui è più probabile che si sia sviluppato un nuovo virus trasmissibile agli esseri umani; il grafico “d” riguarda solo quelli originati nei pipistrelli:

La maggior parte delle malattie infettive più recenti tra quelle che colpiscono le persone è zoonotica, cioè viene trasmessa alle persone direttamente dagli animali, oppure lo è stata in origine, con il primo spillover. Un terzo dei virus del database creato da EcoHealth Alliance è zoonotico. È il caso del virus HIV, del virus ebola e del virus SARS, per esempio, e anche possibili malattie del futuro potrebbero rientrare in questo categoria. Per questo, capire bene come si comportano i virus durante lo spillover è importante per prevenire eventuali nuove epidemie. Di tutti i virus che possono infettare gli animali, infatti, solo una parte è potenzialmente in grado di infettare gli esseri umani; tra questi, solo una parte ha buone possibilità di essere trasmessa alle persone, perché è necessario che l’habitat dell’animale ospite sia vicino a quello dell’uomo. Tra questi, soltanto un piccolo sottoinsieme ha già infettato degli esseri umani, e si stima che solo una piccola frazione di quest’ultimo insieme sia stata scoperta dagli scienziati.

Una cosa che i ricercatori ancora non sanno con certezza è perché i pipistrelli siano particolarmente efficienti nel trasmettere malattie agli esseri umani. Sono state fatte diverse ipotesi a partire dalle caratteristiche dei pipistrelli e dalla loro storia evolutiva. La prima è che a differenza della maggior parte dei mammiferi, i pipistrelli vivono in colonie molto popolose e con un’alta densità: stanno molto vicini tra loro. Per questo è più facile che si trasmettano e ritrasmettano i virus tra loro, facilitando così le mutazioni genetiche di generazione in generazione: maggiore è il numero di esemplari di una popolazione (in questo caso di virus), maggiore è la probabilità che ci siano mutazioni, comprese quelle che rendono un virus capace di infettare gli esseri umani.

La seconda ragione ipotizzata è che, dato che i pipistrelli possono spostarsi su lunghe distanze, è più facile che i virus siano trasmessi da una colonia all’altra e si diffondano in grandi regioni. Una terza ipotesi c’entra col fatto che esistono più di 1.300 specie di pipistrelli nel mondo (vivono in tutti i continenti), e che quindi per ogni 5 specie conosciute di mammiferi ce n’è una di pipistrello: l’evoluzione di tante specie di pipistrelli diverse ha probabilmente favorito l’evoluzione di tante specie di virus diverse. In generale gli animali che trasmettono i virus alle persone più facilmente degli altri sono quelli più simili agli esseri umani dal punto di vista genetico (quindi i primati, da cui ci è arrivato l’HIV) e quelli che vivono più a stretto contatto con le persone, quindi i roditori e i pipistrelli, che popolano anche le città in gran numero.

Il risultato dello studio di EcoHealth Alliance non dovrebbe in ogni caso renderci troppo spaventosi i pipistrelli: le zone del mondo in cui è più probabile che avvenga uno spillover sono quelle tropicali. Secondo gli scienziati, se le persone non invadono gli habitat naturali dei pipistrelli e non li distruggono, creando nuove possibilità di entrare in contatto con questi animali nel modo sbagliato, sarà difficile che ci trasmettano i loro virus.

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