Il Tribunale del lavoro di Londra ha riconosciuto ai 30 mila autisti britannici di Uber, il servizio di trasporto che permette di noleggiare macchine private con autista via smartphone, il diritto a essere contrattualizzati dall’azienda come lavoratori dipendenti e non autonomi. La sentenza implica che agli autisti debbano essere riconosciute le ferie pagate e il salario minimo stabilito dalla legge. La causa era stata intentata dal sindacato GMB. Uber ha annunciato che farà ricorso: secondo il manager della società per il Regno Unito, Jo Bertram, la gran parte di chi lavora per Uber “lo fa perché vuole lavorare in autonomia”.
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