Il 14 gennaio 1976, 40 anni fa oggi, uscì il primo numero del quotidiano Repubblica, oggi uno dei più diffusi in Italia. Repubblica venne fondato da Eugenio Scalfari – che in precedenza aveva già lavorato come direttore dell’Espresso ed era stato deputato del PSI (Partito socialista italiano) – e negli anni seguenti alla sua fondazione scombinò il panorama editoriale dei giornali italiani grazie fondamentalmente a tre innovazioni: il formato berlinese delle pagine, più compatto rispetto al formato broadsheet allora utilizzato dai principali giornali – e oggi adottato quasi solo dal Sole 24 Ore e dal Foglio – l’introduzione del cosiddetto “stile brillante” del linguaggio, meno rigido e “alto” degli altri giornali dell’epoca, e una grande attenzione al giornalismo d’inchiesta. Il primo numero di Repubblica fu di 24 pagine e in prima pagina aprì con i problemi del quarto governo guidato da Aldo Moro, che di lì a un mese avrebbe subito un rimpasto e sarebbe caduto nel luglio del 1976. Il giornale costava 150 lire.
L’articolo che compare in prima pagina è firmato da Fausto De Luca, ex giornalista della Stampa che aveva seguito Scalfari a Repubblica. La pagina 3 del primo numero conteneva già un lungo articolo di Scalfari di commento sulla situazione politica italiana. Ampio spazio è dato alla cronaca, mentre il primo articolo di politica estera si trova a pagina 9 e parla di Palestina. Diverse altre pagine sono dedicate alla Cultura e agli Spettacoli, mentre non ci sono articoli che si occupano di sport.
Secondo diversi esperti di giornalismo, l’arrivo di Repubblica portò grossi cambiamenti nel giornalismo italiano: a quarant’anni di distanza, infatti, quasi tutti i principali giornali hanno recepito le principali novità introdotte da Repubblica nel 1976. La definizione di cosa voleva essere Repubblica richiese comunque mesi di preparativi e numeri di prova del giornale, come raccontato di recente da un lungo articolo di Mario Tedeschini Lalli, storico collaboratore del giornale e oggi vicedirettore della divisione Innovazione e sviluppo del Gruppo Espresso (cioè dell’editore di Repubblica).
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