Domenica scorsa il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha suggerito che in un prossimo futuro il canone della RAI possa essere ridotto da 113 a 100 euro ed essere pagato in un qualche modo “automatico” per eliminare l’evasione: probabilmente dentro le bollette dell’energia elettrica. È una proposta ricorrente, nel dibattito italiano sulla RAI, ma secondo il Foglio – oltre a essere fuorviante – non sarebbe una vera soluzione.
Qual è la ragion d’essere del servizio pubblico in un mondo in cui l’offerta d’informazione e intrattenimento è divenuta sterminata e ubiqua? Secondo la logica, il cosa viene prima del come, e il perché prima del cosa. Quando parliamo di Rai, però, la logica spesso si capovolge e le questioni di dettaglio – cioè di poltrone o di quattrini – ottengono priorità assoluta. Così, da mesi, il dibattito in materia si concentra sulla governance e sulle modalità di finanziamento dell’azienda di viale Mazzini, mentre rimangono inevase le questioni relative al suo ambito operativo, al suo ruolo e alle sue funzioni – nonché alla sua stessa centralità nel sistema televisivo italiano. Omissioni ancor più significative, se consideriamo l’imminente scadenza della concessione e la perdurante latitanza dal contratto di servizio, terminato nel 2012 e non ancora rinnovato.
L’annuncio con cui il premier ha confermato l’intenzione di agganciare la riscossione del canone alla bolletta elettrica non si discosta dalla tendenza a mettere in sicurezza l’assetto della Rai senza prima affrontare gli equivoci sulla sua missione; poco importa se ciò avviene a spese della coerenza del sistema. La natura tributaria del canone, introdotto da un regio decreto del 1938, è da decenni pacifica in giurisprudenza, ma l’imposta è sempre stata ancorata al possesso di “apparecchi atti od adattabili alla ricezione” delle trasmissioni. Se i primi tentativi di scardinare tale costruzione passavano per l’estensione della categoria a computer e smartphone, il canone in bolletta implicherebbe piuttosto il superamento radicale del suo presupposto.
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