Ahmed Mohamed (Ben Torres/Getty Images)

Il ragazzino americano arrestato per avere portato un orologio artigianale a scuola

Ahmed Mohamed lo aveva costruito in casa, i professori hanno pensato fosse una bomba ed è intervenuta la polizia: Obama l'ha invitato alla Casa Bianca

Da due giorni soprattutto negli Stati Uniti si discute della storia di Ahmed Mohamed, un adolescente di 14 anni arrestato in Texas martedì 15 settembre per aver costruito e portato a scuola un orologio artigianale, che le autorità scolastiche e la polizia hanno pensato fosse una bomba. Ieri la sua vicenda è stata molto commentata e Mohamed ha ricevuto messaggi di solidarietà da parte di persone importanti come il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

Ahmed Mohamed, ragazzino appassionato di robotica e tecnologia, ha costruito domenica una versione casalinga di un orologio. Il giorno seguente aveva deciso di portarlo a scuola, la MacArthur High School di Irving. Per costruirlo aveva utilizzato un circuito integrato collegato a un display e a una batteria, il tutto inserito all’interno di una valigetta.

Mohamed ha raccontato di avere mostrato il suo orologio al professore di educazione tecnica, che gli ha consigliato di non farlo vedere a nessun altro. Durante l’ora di inglese la professoressa ha sentito alcuni “bip” provenire dallo zainetto di Mohamed e glielo ha sequestrato. In seguito è arrivato il preside della scuola insieme a un agente di polizia, che lo ha arrestato e portato via in manette. Mohamed ha raccontato di essere stato interrogato da almeno cinque agenti di polizia, che gli hanno chiesto perché stesse cercando di costruire una bomba. Ha anche spiegato di avere ricevuto pressioni da parte del preside per fare una dichiarazione scritta sull’accaduto, sotto la minaccia di essere espulso dalla scuola.

Mohamed ha detto più volte che il suo era semplicemente un orologio e che non aveva nessuna intenzione di costruire una bomba, né qualcosa che ci somigliasse per fare uno scherzo. La polizia non ha creduto alla sua versione, dicendo che il dispositivo “poteva ragionevolmente essere scambiato per una bomba se lasciato in un bagno o in un’automobile”. Mohamed Elhassan Mohamed, il padre del ragazzino, ha detto che suo figlio è stato trattato così perché musulmano: “Visto che il suo nome è Mohamed, e per via dell’11 settembre, penso che mio figlio non sia stato trattato equamente”. Dopo l’interrogatorio e la raccolta delle sue impronte digitali, Mohamed è stato rilasciato ma ha comunque ricevuto tre giorni di sospensione dalla scuola.

Durante una conferenza stampa successiva al suo rilascio, e dopo un’enorme quantità di critiche ricevute sui social network e da molti osservatori sui media, la polizia ha annunciato che non ci saranno ulteriori indagini nei confronti di Mohamed e che il caso è stato chiuso. Il capo della polizia di Irving, Larry Boyd, ha detto che si è trattato di un fraintendimento e ha negato che la vicenda sia in qualche modo legata a problemi di tipo etnico o religioso, aggiungendo che gli agenti avrebbero agito nello stesso modo in qualsiasi caso, a prescindere dal colore della pelle della persona coinvolta.

Il preside della scuola, Dan Cummings, ha inviato una lettera alla famiglia Mohamed e a quelle degli altri studenti in cui giustifica comunque la reazione degli insegnanti e della polizia, ricordando che volevano garantire la sicurezza degli altri studenti. Cummings dice anche che il regolamento della scuola vieta di portare oggetti pericolosi a lezione: nella lettera viene però trascurato il fatto che l’orologio non fosse pericoloso e che Mohamed lo aveva mostrato spontaneamente a uno dei suoi professori. La famiglia sta ora valutando se fare causa alla scuola.

Ahmed Mohamed ha ricevuto sui social network e privatamente moltissimi messaggi di solidarietà. Con un tweet, Obama lo ha invitato alla Casa Bianca per mostrargli l’orologio.

Fico il tuo orologio, Ahmed. Vuoi portarlo alla Casa Bianca? Dovremmo convincere più ragazzi come te ad amare la scienza. È quello che rende grande l’America.

Anche Hillary Clinton, candidata alle presidenziali del 2016, ha espresso solidarietà nei confronti di Mohamed scrivendo che “i pregiudizi e la paura non ci danno sicurezza: ci fanno andare indietro. Ahmed, mantieni la tua curiosità e continua a creare nuove cose”.

Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha scritto un breve post ricordando che “avere le capacità e l’ambizione di creare qualcosa dovrebbe portare a un applauso, non a un arresto”, e ha invitato Mohamed a incontrarsi.

Nel corso di una conferenza stampa, Ahmed Mohamed ha ringraziato le persone che gli sono state vicine e ha detto di avere accettato l’invito della Casa Bianca. Ha anche detto che cambierà scuola e che si impegnerà per dare una mano ai suoi coetanei che dovessero trovarsi in una situazione simile alla sua. Ha concluso invitando gli studenti di ogni età a continuare a lavorare alle loro invenzioni: “Non lasciate che le persone cambino ciò che siete, anche nel caso in cui porti a qualche conseguenza”.

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