Giovanni Stanchi è un pittore italiano del Seicento, conosciuto soprattutto per le sue nature morte e i suoi quadri di fiori, uno dei quali – Ghirlanda di fiori e farfalle – è esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Molti altri dipinti di Stanchi si trovano in collezioni private e in musei di tutto il mondo. Da uno di questi dipinti – venduto nel 2014 dalla famosa casa d’aste Christie’s – è partito il sito statunitense Vox per spiegare come dal Seicento a oggi le angurie siano state progressivamente selezionate e definitivamente modificate. Nel dipinto di Stanchi si vede infatti un’anguria molto diversa da quelle che siamo abituati a vedere oggi.
James Nienhuis è un professore di orticoltura all’università del Wisconsin, negli Stati Uniti, e ha detto di avere usato il dipinto per spiegare la storia della selezione delle colture. L’anguria è originaria dell’Africa, ed è poi stata coltivata anche in Medio Oriente e nell’Europa del sud, dove ha iniziato a diffondersi nei primi anni del Seicento. Nienhuis ha spiegato a Vox che si ritiene che le angurie di più di quattrocento anni fa avessero già un ottimo sapore, non troppo diverso da quello attuale: erano però diverse nell’aspetto. Le angurie del Seicento erano di solito molto meno rosse e con molti più semi.
Prima che l’uomo si accorgesse di quanto fosse saporito, il rosso dell’anguria aveva inizialmente lo scopo di fungere da placenta per i semi, conservandoli e proteggendoli. La selezione delle angurie ha permesso all’uomo di modificare e perfezionarle, aumentandone il rosso a scapito di tutto il resto. Nienhuis ha anche detto che la prossima evoluzione dell’anguria prevederà probabilmente l’eliminazione dei semi.
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