La copertina del settimo numero della rivista Dabiq

Su Amazon era disponibile la rivista dell’ISIS

I primi nove numeri di "Dabiq" sono stati disponibili online per più di dieci giorni, anche in Italia, prima di essere rimossi

Dal 24 maggio al 6 giugno la rivista in lingua inglese Dabiq – pubblicata e diffusa dallo Stato Islamico (o ISIS) a scopo di propaganda – è stata disponibile sui siti Amazon di molti paesi occidentali, tra cui anche l’Italia, scrive BBC. Dabiq esiste dal 2014 e fino ad ora si pensava fosse diffusa solo in formato PDF. Prende il suo nome dalla città di Dabiq, che si trova nel nord della Siria a circa 10 chilometri dal confine turco e che è considerata da alcuni il posto dove si svolgerà la definitiva battaglia tra cristiani e musulmani.

La descrizione del prodotto su Amazon descriveva Dabiq come “una rivista che con foto e articoli tratta temi che riguardano: tawhid (l’unità), manhaj (la ricerca della verità), hijrah (la migrazione), jihad (la guerra santa) e jama’ah (la comunità). International Business Time spiega che per poco meno di 20 euro era possibile acquistare i primi 9 numeri di Dabiqvenduti su Amazon da un utente  il cui nome era Al-Hayat Media, lo stesso nome di una delle piattaforme online usate dall’ISIS per diffondere il suo materiale di propaganda (l’utente è poi stato bloccato).

International Business Time mostra nel suo articolo alcune immagini del processo d’acquisto attraverso il quale si potevano ordinare e ricevere in pochi giorni le edizioni di Dabiq. L’ipotesi più probabile è che le riviste siano state stampate a Middletown, in Delaware, dove ha sede una delle stamperie usate da chi voglia pubblicarsi da sé un libro su Amazon. I primi nove numeri di Dabiq sarebbero quindi stati stampati usando CreateSpace, un servizio di self-publishing messo a disposizione da Amazon. CreateSpace ha in realtà delle linee guida e dei sistemi di censura che non avrebbero dovuto permettere la stampa e la vendita di Dabiq. International Business Time ipotizza anche che le edizioni di Dabiq possano essere state messe online da un utente – che Amazon dovrebbe essere in grado di individuare – non direttamente collegato all’ISIS, forse più interessato al guadagno economico che alla propaganda. Amazon non ha per il momento spiegato o commentato la vicenda.

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