L’ISTAT ha comunicato che il tasso di disoccupazione in Italia a gennaio è stato del 12,6 per cento, in diminuzione dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente. Per quanto limitato a un ristretto periodo di tempo e dell’ordine dello zero virgola, il dato di oggi è stato commentato positivamente da diversi analisti e osservatori, anche se è ancora presto per parlare di una consistente inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi. A dicembre era stata comunque registrata un’analoga diminuzione del tasso di disoccupazione dello 0,1 per cento. Il numero di disoccupati è nel complesso pari a 3,22 milioni, mentre gli occupati rispetto a un anno fa sono aumentati dello 0,6 per cento: circa 130 mila persone con un lavoro in più.
L’ISTAT ha anche segnalato una riduzione dello 0,1 per cento dei disoccupati nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, sia rispetto a dicembre sia a gennaio 2014. Il tasso di disoccupazione giovanile, che è bene ricordare equivale alla quota dei giovani disoccupati rispetto al totale degli attivi (occupati e non occupati in cerca di un lavoro), è del 41,2 per cento.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato la notizia su Twitter dicendo che il dato dei 130 mila posti di lavoro nel 2014 è positivo “ma non basta”. E anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è stato molto cauto e ha parlato di “dati incoraggianti”. Come mostra il grafico qui sotto con l’andamento del tasso di disoccupazione tra il 2004 e il 2015, i dati mensili oscillano sempre molto e sono necessari diversi trimestri per identificare una tendenza affidabile nel mercato del lavoro. In Italia, inoltre, il tasso di disoccupazione è ancora alto rispetto alla media europea dei paesi che adottano l’euro: 12,6 per cento contro l’11,2 per cento rilevato da Eurostat.