Il trapianto di bacino a Torino

Per la prima volta al mondo a Torino un ragazzo con un tumore alle ossa è stato curato con la sostituzione di parte del bacino con uno artificiale in titanio

Per la prima volta al mondo una persona malata di cancro alle ossa è stata salvata grazie alla sostituzione di parte del bacino con un emibacino artificiale in titanio. L’operazione è stata svolta al Centro Traumatologico Ortopedico di Torino per risolvere un caso di osteosarcoma al bacino di un ragazzo di 18 anni, che negli ultimi mesi era stato sottoposto a 16 cicli di chemioterapia per provare a fermare il tumore. I trattamenti non avevano dato gli esiti sperati, spingendo i medici a tentare una soluzione alternativa: rimuovere i tessuti ossei ormai compromessi dalle cellule tumorali e sostituirli con una copia di parte del bacino realizzata in titanio.

Mentre il paziente proseguiva con la chemioterapia, i chirurghi del CTO hanno realizzato una TAC del suo bacino. Dalle immagini ottenute è stato possibile creare al computer un modello tridimensionale della parta interessata dal tumore. I dati sono stati inviati a una azienda negli Stati Uniti che ha realizzato l’emibacino in titanio, rivestendolo poi con tantalio, un materiale che favorisce l’integrazione delle protesi con le ossa umane.

Martedì 24 febbraio il paziente è stato sottoposto ad anestesia e in seguito è iniziato un intervento che nel complesso è durato 11 ore e mezza. I chirurghi hanno dovuto rimuovere la parte destra del bacino e l’anca, interessate entrambe dall’osteosarcoma. Poi hanno ripulito i margini delle ossa e successivamente hanno ricostruito le parti mancanti con le protesi in titanio e tantalio.

L’operazione è tecnicamente riuscita e non ha lasciato alcuna conseguenza per il paziente, che comunque dovrà essere sottoposto a diversi cicli di fisioterapia per recuperare il giusto movimento delle gambe. Nella mattina di mercoledì il ragazzo è stato svegliato, respira autonomamente e sarà trasferito nel reparto di chirurgia oncologica per proseguire le cure.

Foto: CTO di Torino

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