Una tempesta di neve ha interessato il Massachusetts tra sabato 14 e domenica 15 febbraio: soltanto a Boston sono caduti altri 30 centimetri di neve, che si aggiungono ai quasi 2 metri caduti nell’ultimo mese. I meteorologi hanno avvisato che, anche dopo il passaggio della tempesta, l’aria resterà molto fredda (con minime fino a -23°C secondo il National Weather Service) e ci saranno forti venti e una visibilità ridotta anche lunedì. Le foto della città in questi giorni sono notevoli: praticamente non è più una città come siamo abituati a pensarle, su moltissime strade non si può circolare con le automobili (qualcuno prova a girare in bici) e in generale c’è un’atmosfera ovattata e pacifica.
Michael Mann, ricercatore della Penn State University, l’università pubblica della Pennsylvania, ha spiegato al Washington Post che queste forti nevicate sono dovute anche al riscaldamento globale: «Le temperature di superficie dell’oceano al largo della costa del New England stanno raggiungendo livelli da record in questo momento, -6 °C, molto più calde del normale. C’è una relazione diretta tra la quantità di umidità dell’aria e il calore della superficie del mare. Le nevicate avvengono quando la temperatura è poco sotto lo zero: se le temperature fossero più basse le nevicate non sarebbero così frequenti e copiose. Questo significa in pratica che la neve aiuta il mare a rimanere “caldo”». Gli oceani più caldi incrementano anche il contrasto con le temperature fredde dei venti invernali, e quindi quando questi colpiscono la costa orientale degli Stati Uniti sono molto più forti.