Francesco Boccia, deputato del PD considerato di area “lettiana” e piuttosto distante da Renzi, ha commentato l’inchiesta romana su mafia, appalti e criminalità organizzata ipotizzando che Salvatore Buzzi, uno dei personaggi principali della presunta associazione a delinquere, possa aver finanziato il PD.
«Se il PD ha preso inconsapevolmente, a nostra insaputa, soldi da Buzzi e da amici di Buzzi, che si restituiscano a chi di dovere»
Il tesoriere del PD, Francesco Bonifazi, gli ha risposto perentoriamente su Twitter.
Tutti i parlamentari del PD al momento della candidatura si sono impegnati a versare 1.000 euro al mese al partito per contribuire al finanziamento delle sue attività: secondo Bonifazi, Boccia non lo ha mai fatto. Boccia ha poi risposto a Bonifazi spiegando di aver versato «30mila euro in anticipo» al Partito Democratico, invitandolo a portare altri esempi di parlamentari che abbiano fatto lo stesso.
Il guaio è che Boccia e Bonifazi stanno parlando di due cose diverse: come ha raccontato Ivan Scalfarotto sul Post, i 30mila euro citati da Boccia sono probabilmente quelli che il PD ha chiesto a ciascun candidato alle politiche, «all’atto della candidatura», come confermato anche da Pippo Civati sul suo blog. Secondo Boccia, però, questi 30mila euro non sarebbero stati da tutti.
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