Su Repubbllica di oggi occupa una pagina una descrizione firmata da Sebastiano Messina della rete di siti di “news” inaffidabili, strumentali, o di strano-ma-vero legata a Beppe Grillo e al M5S: assai note e familiari a chi usa i social network in Italia.
Dei giornali non ci si può fidare, avverte Beppe Grillo: sono scritti da «gossipari e pennivendoli». Della televisione nemmeno, perché la fanno «i servi dei partiti». E guai a credere ai giornalisti, «leccaculo, schiavi e trombettieri del sistema». E se avesse ragione lui? Se davvero l’unica fonte libera, democratica e credibile fosse la Rete, il mitico non-luogo della contro-informazione pentastellata?
Lasciamoci cogliere dal dubbio e andiamo a guardare com’è diverso il mondo raccontato da Grillo. Scopriamo come lo vedono ogni giorno quelli che credono in lui e solo di lui si fidano. Clicchiamo sul suo blog. Scorriamo il suo account Facebook. Leggiamo cosa raccontano i siti di Casaleggio padre («Tze-Tze») e di Casaleggio figlio («La Fucina »), che insieme a «La Cosa» (la web-tv del Movimento) sono agganciati al portale di Beppe- Tze-Tung.
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