Nel 1979 la rivista Time dedicò la sua copertina – e l’articolo di copertina – a Robin Williams, l’attore statunitense che all’epoca stava trovando i suoi primi successi e che divenne poi uno dei più amati e famosi attori americani del nostro tempo. Williams è morto l’11 agosto, a 63 anni: in quell’articolo del 1979, incentrato sul suo ruolo nella sitcom Mork & Mindy, Time ci vede molto bene.
Continua sul PostCinque mesi fa era quello che normalmente si definisce un completo nessuno. Un comico in difficoltà, era passato inosservato attraverso gli spettacoli dei locali e i flop di due serie tv. Poi, lo scorso autunno, ABC ha presentato i suoi nuovi programmi per la stagione 1978-79. A Robin Williams, 26 anni, era stato dato il ruolo da protagonista in Mork & Mindy, una sitcom di fantascienza: e così è diventato una star dalla sera alla mattina. Per una volta le iperboli hollywoodiane sono giustificate: Mork & Mindy è spesso in testa alla classifica dei programmi più visti ed è seguito in media ogni settimana da 60 milioni di americani. Essere la star del programma numero uno vuol dire essere la più visibile e popolare personalità del mondo dello spettacolo.
Sembrava improbabile che Mork & Mindy ottenesse questo successo: la sitcom è fondamentalmente una rimasticazione di altre sitcom come My Favorite Martian o Bewitched. Racconta la storia di Mork, un alieno che arriva sulla Terra dentro un uovo dal pianeta Ork e si stabilisce a Boulder, Colorado, dove conosce l’attraente e ingenua Mindy (Pam Dawber). Il segreto del successo del programma è Williams. Non è solo un clown molto ispirato ma anche un perfetto intrattenitore per il pubblico della tv. Mork ha l’innocenza e l’entusiasmo di un neonato che sta scoprendo il mondo – ma è un neonato che sa parlare. Ingenuo, credulone, accattivante, mette il pubblico a conoscenza di ogni singolo pensiero gli frulli in testa. Parla in modo imprevedibile perché non parla solo a se stesso ma tre o quattro parti di se stesso – che poi rispondono.
[…] Si potrebbe sostenere che Williams ha ottenuto il ruolo giusto all’ora giusta (le otto della sera, quando i bambini gestiscono il telecomando). Ma Williams è molto più talentuoso che fortunato. Nei suoi spettacoli comici nei locali, che tiene gratis, per mantenere un contatto con il pubblico e trovare nuovi spunti, alterna una moltitudine di imitazioni, tra cui quelle di Jonathan Winters, Danny Kaye, Steve Martin e Daffy Duck. Sa imitare la cadenza di Shakespeare, di molte lingue straniere, i versi degli animali, i rumori delle macchine. Impersona un venditore di auto usate di provincia, un comico russo, un regista gay, un nonno matto. […]
Nonostante il successo Williams non si è unito a quel giro di Hollywood che compra Mercedes o Rolls Royce; ha comprato uno scalcagnato Land Rover del 1966. Dice: «Non so cosa fare di un’auto nuova. Mi piacciono le macchine come me – non sai mai cosa sta per succedere».