Un attivista filo-russo porta via delle urne da un seggio, per disfarsene. Donetsk, 23 maggio 2014. (AP Photo/Photomig)

Le altre elezioni, in Ucraina

Si vota per eleggere il presidente e il favorito è il "re del cioccolato" Petro Poroshenko: ma a est molti seggi potrebbero non aprire, a causa delle minacce dei separatisti

Domenica 24 maggio in Ucraina si voterà per eleggere il nuovo presidente, che prenderà il posto di Oleksandr Turchynov, attuale presidente ad interim che a sua volta aveva sostituito il filo-russo Viktor Yanukovych nel febbraio 2014. Le elezioni di domenica sono attese da mesi da tutte le forze politiche ucraine, anche se si svolgeranno in un clima di grande tensione, soprattutto nelle regioni orientali del paese. Il presidente russo Vladimir Putin, che per mesi aveva contestato la legittimità del voto, ha cambiato improvvisamente idea venerdì 23 maggio: da San Pietroburgo, in Russia, Putin ha detto per la prima volta dall’inizio della crisi che rispetterà il risultato delle elezioni presidenziali ucraine, qualunque esso sia. Ad ogni modo, se nessuno dei candidati supererà il 50 per cento dei voti al primo turno si andrà al ballottaggio.

Diversi giornalisti in Ucraina orientale hanno segnalato durante tutta la mattinata dei problemi in alcuni seggi. Volodymyr Hrinyak, il capo della sicurezza al ministero degli Interni ucraino, ha detto che la metà delle commissioni elettorali nelle regioni di Donetsk e Luhansk non sono operative, perché i separatisti hanno preso il controllo o bloccato i loro uffici. Un funzionario di una commissione elettorale ha detto al giornalista Christopher Miller che i seggi nella città di Aremivsk potrebbero non aprire per le elezioni, a causa delle minacce di “uomini armati”. Il giornalista di CNN Jim Sciutto ha scritto invece che le forze dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk hanno attaccato un seggio elettorale a Makiivka, dove ora non c’è più niente.

I candidati e il favorito
Il candidato dato per favorito nei sondaggi – che potrebbe riuscire a vincere già al primo turno – è Petro Poroshenko, importante imprenditore nel settore del cioccolato (è conosciuto come il “re del cioccolato”) e unico oligarca ad essersi schierato fin dall’inizio con i manifestanti ucraini filo-europei. I media ucraini sostengono che l’aumento considerevole dei consensi di Poroshenko è dovuto alla dimostrata incapacità delle forze filo-ucraine di mettersi d’accordo durante e dopo l’allontanamento di Yanukovych dal potere. Poroshenko, che arriva dalla regione meridionale ucraina di Odessa, ha già avuto in passato esperienze in politica: è stato diverse volte parlamentare e ha lavorato sia con le forze filo-europeiste che filo-russe. Attualmente, comunque, non è legato ad alcun partito ucraino.

Appena dietro Poroshenko, i sondaggi danno Yulia Tymoshenko, del partito Unione Pan-Ucraina “Patria”. Tymoshenko è una ex oligarca dell’energia, ex primo ministro, più volte indagata dalla magistratura ucraina in controversi procedimenti giudiziari e diventata famosa in tutto il mondo dopo essere stata imprigionata per tre anni con l’accusa di abuso di potere. Tymoshenko, di orientamento conservatore e filo-europeista, ha proposto di tenere il prossimo mese un referendum per decidere sull’adesione dell’Ucraina alla Nato. Al momento non sembra in grado di poter raggiungere Poroshenko, anche se potrebbe eventualmente costringerlo al secondo turno.

Il Partito delle Regioni, la forza politica di Yanukovych, di orientamento filo-russo, ha candidato ufficialmente Mykhailo Dobkin, ex governatore della regione orientale di Kharkiv. Tra i candidati alle elezioni di domenica ci sono anche Dmytro Yarosh – leader di Settore Destro, la forza politica di estrema destra accusata negli ultimi mesi di essere ancora su posizioni neo-naziste – e Sergey Tihipko, ex membro del Partito delle Regioni.

Il Battaglione del Donbass e lo scontro tra milizie a est
Le violenze delle ultime settimane nell’Ucraina dell’est, e in particolare nelle regioni di Donetsk e Luhansk, hanno reso molto difficili i preparativi per le elezioni di domenica. Il giornalista Andrew Roth ha raccontato sul New York Times di come in Ucraina dell’est alcuni militanti filo-ucraini si stiano preparando a combattere una guerra vera contro i filo-russi:

«In un bosco isolato in Ucraina dell’est, un gruppo di 120 uomini che si fa chiamare “Battaglione del Donbass” [il Donbass è un’area che comprende le regioni ucraine di Donetsk e Luhansk, e quella russa di Rostov, ndr] ha sequestrato un campo estivo per bambini in modo da prepararsi alla guerra. L’obiettivo è trasformare un gruppo eterogeneo di persone, formato da macchinisti, agenti di cambio e studenti, in combattenti armati in grado di lottare contro i militanti anti-Kiev che hanno preso il controllo dell’Ucraina orientale negli ultimi due mesi. “Non è ancora chiaro che l’unico modo per comandare è avere una pistola?”, dice Sergey, un ragazzo di 25 anni che tiene goffamente in mano un fucile d’assalto AK-47 per la prima volta nella sua vita.»

Venerdì il Battaglione del Donbass è rimasto coinvolto in una sparatoria contro alcuni miliziani filo-russi a sud di Donetsk, dove almeno sette persone sono rimaste uccise. Non è chiaro il motivo per cui è iniziato lo scontro. Il leader del battaglione, Semyon Semechenko, ha raccontato che i suoi soldati sono stati attaccati vicino a un checkpoint a Karlovka, una cittadina a circa 45 minuti di auto da Donetsk. I filo-russi hanno invece accusato dell’attacco i membri del battaglione. Lo scontro, scrive Roth, ha mostrato quale sia il potenziale livello di violenza che si potrà sviluppare nei prossimi giorni in Ucraina orientale tra milizie avversarie. Intanto centinaia di sostenitori del governo ucraino si sono uniti alla Guardia Nazionale, unità messa in piedi piuttosto frettolosamente e formata da combattenti inesperti.

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