Nella mattina di martedì 22 aprile, le squadre di ricerca che da quasi una settimana stanno lavorando nel tratto di mare sudcoreano dove mercoledì scorso è affondata la nave Sewol hanno recuperato i corpi di altri 21 passeggeri. Le persone morte nel naufragio sono per ora ufficialmente 108, ma ci sono ancora circa 200 persone disperse ed è quindi probabile che il numero complessivo continuerà ad aumentare nelle prossime ore, man mano che i sommozzatori raggiungono nuove aree della nave, ormai completamente sommersa.
Le ricerche delle persone in mare sono state complicate dal brutto tempo e dalle forti correnti sottomarine, che hanno sollevato per giorni il fondale limaccioso riducendo di molto la visibilità per i sommozzatori. Il tempo è migliorato nelle ultime ore e secondo le previsioni dovrebbe permettere di sveltire le operazioni di ricerca. Le squadre di subacquei si stanno occupando del terzo e del quarto piano della nave, mentre decine di barche tengono sotto controllo la zona, per evitare che alcuni corpi possano essere trascinati alla deriva dalle correnti. Alle ricerche dentro e intorno alla Sewol partecipano 550 soccorritori, 212 navi e 34 aerei da ricognizione.
Alcune grandi gru galleggianti sono state portate nel tratto di mare del naufragio. Serviranno per sollevare la Sewol, ma solo in un secondo momento: prima chi conduce le ricerche vuole essere sicuro che nella nave non ci siano persone sopravvissute, magari grazie ad alcune sacche d’aria. A distanza di quasi una settimana dall’incidente è molto improbabile, ma nessuno vuole correre ulteriori rischi.
Sull’isola di Jindo, poco distante dal punto in cui si è verificato l’incidente in mare, centinaia di parenti dei passeggeri attendono da giorni notizie. Hanno chiesto alle autorità di accelerare le operazioni di recupero e criticato la gestione complessiva dell’emergenza. I medici legali hanno avviato test del DNA per il riconoscimento di alcuni dei corpi ritrovati nella nave.
Non è ancora chiaro che cosa abbia causato l’affondamento della Sewol. Stando alle ricostruzioni circolate fino a ora, sembra che al momento dell’incidente al timone non ci fosse il capitano della nave, ma un terzo ufficiale di 26 anni e con scarsa esperienza. L’imbarcazione avrebbe fatto una manovra azzardata, sbilanciando il carico che stava trasportando (automobili e container) e finendo con l’inclinarsi vistosamente. Nei minuti seguenti ha iniziato a imbarcare acqua e in un paio di ore è affondata.
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