Le slide del “piano Cottarelli”

Il Tempo ha pubblicato in anteprima la presentazione della nuova spending review, da cui il governo si aspetta di reperire molte risorse

Il Tempo ha pubblicato in esclusiva le slide che presentano il cosiddetto “piano Cottarelli”, cioè il nuovo piano di revisione della spesa messo insieme da Carlo Cottarelli, economista, già dirigente del Fondo Monetario Internazionale. Cottarelli è stato nominato dal governo Letta “Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nei giorni scorsi aveva detto che il piano sarebbe stato presentato insieme al DEF, intorno alla fine di marzo; e aveva aggiunto che “il sottosegretario Delrio lo tiene chiuso a chiave”. Il governo pensa di utilizzare almeno parte delle risorse risparmiate grazie all’attuazione del piano Cottarelli per finanziare il taglio all’IRPEF e all’IRAP, misure presentate la settimana scorsa. Una delle cose che farà più discutere, tra quelle di cui parla Cottarelli, è la stima di 85.000 dipendenti della pubblica amministrazione “in eccesso”.

Eccole. Ecco le famose tabelle di Cottarelli. Sono i tagli, tagli veri alla spesa pubblica. Il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli appunto, ha presentato venerdì scorso i primi risultati del suo lavoro. Dove tagliare. Dove riorganizzare. Come spendere meglio.

Uno studio presentato sotto forma di slide, lo stile dell’era Renzi, che si muove su cinque capitoli fondamentali: 2,2 miliardi vengono recuperati dall’efficientamento diretto (800 milioni da iniziative su beni e servizi, 200 dalla pubblicazione telematica degli appalti pubblici, 100 da consulenze e auto blu, 500 dagli stipendi dei dirigenti della pa, 100 da corsi di formazione, 100 dall’illuminazione pubblica, 400 da proposte varie); 200 milioni da riorganizzazioni (riforma province e spese enti pubblici); 400 da costi della politica (Comuni, Regioni e finanziamento ai partiti); 2 miliardi da trasferimenti a imprese e famiglie (un miliardo dai fondi statali alle aziende soprattutto autotrasporto, 400 milioni da quelli regionali, 200 da microstanziamenti, 100 dal trasporto pubblico locale e 300 da quello ferroviario) e 2,2 miliardi da spese settoriali (1,4 da pensioni, 300 milioni dalla sanità, 100 dalla difesa, 200 dall’allineamento della contribuzione delle donne, 200 da revisione delle pensioni di guerra).
Tavole sintetiche, una settantina, che illustrano dove mettere mano (citando poche fonti, spesso un lavoro di Piero Giarda di due anni fa). Dove recuperare i fondi per tagliare le tasse sul lavoro e riuscire a mettere in busta paga, per i redditi più bassi, 80 euro al mese; in pratica l’altra faccia (finora rimasta riservata) dell’operazione.

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