Le architetture di Francisco Salamone

«L'espressione materiale dei sogni di potere e grandezza che regnavano in Argentina negli anni Trenta», nelle fotografie esposte da lunedì a Roma

Lunedì 10 febbraio sarà inaugurata alla Casa dell’Architettura di Roma la mostra Francisco Salamone, l’architetto della Pampa. Saranno esposte 34 immagini del fotografo Stefano Nicolini, in bianco e nero e stampate su carta baritata, che documentano le opere dell’architetto italo-argentino Francisco Salamone.

Francisco Salamone nacque a Catania nel 1897 ed emigrò in Argentina a quattro anni insieme alla sua famiglia. In soli quattro anni, tra il 1937 e il 1940, costruì decine di edifici pubblici – circa 70 – in molte cittadine della provincia di Buenos Aires, allora retta dal governatore conservatore Manuel Fresco. Un articolo di Clarín definì le sue opere «l’espressione materiale dei sogni di potere e grandezza che regnavano nel paese negli anni Trenta». In quel periodo, infatti, l’Argentina e in particolare il governatore Fresco – grande ammiratore di Hitler e Mussolini – svilupparono grandi e nuovi progetti urbanistici promuovendo lo sviluppo degli enormi spazi aperti del paese.

Lo stile di Salamone, che divenne molto celebre in Argentina per i suoi progetti, era l’unione molto particolare di elementi di diversa provenienza, come l’Art Decò o l’espressionismo, e ha alcuni punti di contatto con i progetti monumentali dei paesi soggetti a regimi totalitari di quegli anni. Alcuni studiosi lo hanno definito “Art Decò di stato”. Le strutture monumentali, in cui si distinguono le alte torri nelle sedi municipali e i massicci portali, sono in parte rese possibili dal materiale allora innovativo, il cemento armato. Tra gli edifici che progettò Salamone ci furono municipi, parchi pubblici e piazze, diciassette mattatoi, quattro cimiteri e molto altro.

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