Respected businesswoman and anti-apartheid activist Mamphela Ramphele speaks to the media in Johannesburg on June 6, 2013. Ramphele, a former World Bank managing director and trained medical doctor, is launching an opposition party to challenge the the African National Congress (ANC) in next year's elections, and has been vocal in criticising the ANC, which dominates politics. Mamphele has called for profound economic restructuring following months of deadly wage-strikes in the mine and agriculture sectors. AFP PHOTO / ALEXANDER JOE (Photo credit should read ALEXANDER JOE/AFP/Getty Images)

In Sudafrica il “partito dei bianchi” ha candidato a presidente una donna nera

Alle prossime presidenziali la vittoria di Zuma non è in discussione, ma una nuova alleanza potrebbe modificare gli equilibri

Tra l’aprile e il maggio del 2014, che è anche l’anno del ventesimo anniversario della fine dell’apartheid, i sudafricani dovranno eleggere la nuova Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento, che a sua volta nominerà il nuovo presidente. Quello attuale è Jacob Zuma, che con l’African National Congress (ANC) – il movimento che ha dominato la politica del Sudafrica negli ultimi vent’anni e il cui leader fu Nelson Mandela – è anche il grande favorito per la vittoria finale.

Martedì 28 gennaio il principale partito di opposizione all’ANC, la Democratic Alliance (DA), ha scelto di sostenere alle presidenziali Mamphela Ram­phele: sarà la prima candidata nera di Democratic Alliance, partito liberale guidato da una donna bianca (Helen Zilla) e sostenuto dalla maggior parte dei bianchi, da alcuni neri e da molti indiani e coloured – gruppo etnico con discendenza dall’Europa e da varie tribù Khoisan e Bantu. La candidatura di Mamphela Ram­phele è nata dalla recente alleanza, in vista delle elezioni, tra Demo­cra­tic Alliance e Agang SA, partito fondato dalla stessa Ramphele nel giugno dello scorso anno e che in lingua Sesotho significa “Costruire il Sudafrica”. La sua candidatura è considerata la prova finale del fatto che la Democratic Alliance non è più il “partito dei bianchi”, come è stato definito per gran parte della sua storia (mentre l’ANC è ancora soprattutto il “partito dei neri”).

Mamphela Ram­phele ha 66 anni, è un medico, è stata dirigente della Banca Mondiale e manager d’impresa, ma è anche stata una celebre attivista per i diritti dei neri e madre di due figli avuti dal fondatore del Black Con­sciou­sness Move­ment Steve Biko, ucciso in cella dalla poli­zia durante l’apartheid nel 1977, proprio durante il periodo in cui Mandela e altri leader dell’ANC si trovavano rinchiusi nel carcere di Robben Insland. A Cape Town, dopo l’ufficializzazione della sua candidatura, Ramphele ha detto: «Credo che que­sta deci­sione sia nell’interesse del Suda­frica, men­tre navighiamo in acque tur­bo­lente. La morte di Nel­son Man­dela ha cam­biato molte cose per il Suda­frica». Ramphele ha aggiunto che l’ANC potrà ora essere giudicato in base ai risultati ottenuti, e non per ragioni identitarie.

La scelta di candidare Ramphele è stata spiegata come una mossa stra­te­gica per atti­rare consensi tra i neri e togliere a DA (che attualmente controlla circa 70 dei 400 seggi del Parlamento) l’immagine di “par­tito dei bian­chi”. Pro­ba­bil­mente la can­di­da­tura di Ram­phele non met­terà in discus­sione la vit­to­ria dell’ANC alle presiden­ziali ma contribuirà, secondo diversi analisti, a far perdere al principale partito del paese consensi e seggi: processo che sembra essere già iniziato.

Negli ultimi anni, infatti, l’economia del Sudafrica è cresciuta meno rapidamente rispetto al passato. Dal maggio 2009 il Sudafrica è entrato in recessione economica, a seguito di un forte rallentamento del settore minerario e di quello manifatturiero. Il settore delle costruzioni invece, grazie all’organizzazione dei Mondiali di calcio nel 2010, ha beneficiato di un vasto programma di investimenti pubblici ed è riuscito a non subire eccessivamente gli effetti della crisi. La povertà è però ancora molto diffusa nel paese e il tasso di disoccupazione è intorno al 25 per cento. Lo Stato fatica a fornire alla popolazione tutti i servizi essenziali, come la casa, l’elettricità, l’acqua, le infrastrutture e la sanità. E a tutto questo va aggiunta la grande diffusione della corruzione tra i funzionari del governo e del partito e il conseguente calo di consensi del presidente Zuma (che durante i funerali di Mandela è stato fischiato).

Alle prossime elezioni, oltre all’African National Congress (ANC) e a Democra­tic Alliance (DA), si presenteranno anche altri partiti emergenti, per il momento piuttosto piccoli e ancora poco rilevanti. Tra questi l’Economic Freedom Fighters del populista Julius Malema, che sfida l’ANC “da sinistra” e da cui provengono alcuni politici usciti dal partito al governo (Julius Malema è infatti un ex leader dell’ANC e un ex alleato di Zuma). Un sondaggio condotto da Ipsos e pubblicato all’inizio di gennaio ha indicato l’ANC in calo al 53 per cento dei consensi, DA in salita al 18 per cento, Julius Malema al 4 per cento. Cifre che però potrebbero notevolmente modificarsi dopo la candidatura di Mamphela Ramphele e dopo l’annuncio della nuova alleanza politica.

Foto: Mamphela Ramphele a Johannesburg il 6 giugno del 2013 (ALEXANDER JOE/AFP/Getty Images)

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