This picture taken on January 15, 2014 shows cranes of the Italian port of Gioia Tauro, in the southern region of Calabria, a site that will be used to transfer Syrian chemical weapons. The head of the world's chemical weapons watchdog on January 16 outlined plans for the destruction of Syria's arsenal, including a transfer operation in an Italian port that has already sparked controversy. Ahmet Uzumcu, director general of the Hague-based Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons (OPCW), adressed Italy's parliament to name the port where the chemicals will initially be taken. AFP PHOTO / ALFONSO DI VINCENZO (Photo credit should read ALFONSO DI VINCENZO/AFP/Getty Images)

Le armi chimiche siriane a Gioia Tauro

Si trovano a bordo di quattro navi danesi e norvegesi, in Calabria saranno trasferite su una nave statunitense che provvederà a distruggerle in acque internazionali

Giovedì 16 gennaio, durante la riunione congiunta delle Commissioni Affari esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha annunciato che il porto di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, è il porto italiano scelto per il transito delle armi chimiche provenienti dalla Siria – attualmente a bordo di quattro navi danesi e norvegesi – che saranno trasferite su una nave statunitense che provvederà alla distruzione delle armi in acque internazionali. La scelta, scrive il Corriere della Sera, sarebbe ricaduta sul porto di Gioia Tauro “perché considerato più sicuro e di più facile gestione in caso di proteste e manifestazioni”. Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha detto che “si tratta della più importante operazione di disarmo degli ultimi 10 anni, più importante di quella che sta avvenendo in Libia”. Il sindaco di Gioia Tauro ha detto di non essere stato avvertito e ha contestato la decisione.

Le armi chimiche di Assad passeranno da Gioia Tauro. Il ministro Lupi ha comunicato il nome del porto italiano che ospiterà le operazioni di trasbordo dell’arsenale siriano dal cargo danese o norvegese all’americana Cape Ray. La scelta cade dunque sulla Calabria. Lo scalo sarebbe stato scelto perché considerato più sicuro e di più facile gestione in caso di proteste e manifestazioni. L’annuncio è stato dato in Parlamento, durante l’audizione alle Commissioni Esteri e Difesa del ministro degli Esteri Emma Bonino, delle Infrastrutture Maurizio Lupi e del direttore generale dell’Opac, Ahmet Uzumcu, venuto a spiegare le fasi dello smaltimento.

«L’italia si inserisce in questa grande operazione internazionale che è il primo passo per arrivare ad un Medio Oriente privo di armi chimiche», ha spiegato Bonino. Il nostro paese infatti, oltre al porto, ha offerto un contributo finanziari per l’operazione di smaltimento all’interno degli accordi internazionali. Poi, in una nota ufficiale, Palazzo Chigi ha spiegato: «Aderendo alle disposizioni contenute nella Risoluzione 2118 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 27 settembre 2013, il governo italiano, che ne ha informato il Parlamento, ha deciso di contribuire all’azione della comunità internazionale diretta alla distruzione di armi chimiche siriane impiegate nei mesi scorsi ai danni di popolazioni civili nel drammatico conflitto che ha luogo nel Paese ». Alle dichiarazione politiche si sono affiancate le spiegazioni tecniche. Secondo quanto comunicato, il trasbordo dei 60 container dalla nave danese partita dalla Siria a quella Usa sarà realizzato con appositi rotabili e senza lo stoccaggio dei container a terra. Le operazioni avverranno in assoluta sicurezza», ha assicurato Lupi. Poi, sono state spiegate anche le motivazioni: il porto di Gioia Tauro è stato scelto perché è un’eccellenza, specializzato in questo tipo di attività, è la versione ufficiale.

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foto: TALFONSO DI VINCENZO/AFP/Getty Images

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