Il nuovo simbolo del rublo

La banca centrale russa ne ha selezionati cinque e i cittadini russi possono votare il loro preferito

La Banca centrale russa ha pubblicato sul suo sito cinque simboli per il rublo, la moneta nazionale: i cittadini russi hanno tempo fino al 5 dicembre per votare il loro preferito. Il vincitore sarà utilizzato come simbolo ufficiale della moneta, una mossa che, secondo la Banca centrale, dovrebbe servire a migliorare l’immagine del rublo come moneta valida per gli scambi internazionali.

I cinque simboli che possono essere votati sono stati scelti tra circa un migliaio. Due dei simboli sono versioni leggermente modificate della lettera “R” nell’alfabeto cirillico (P), mentre gli altri tre sono incroci tra la “R” dell’alfabeto cirillico e quella dell’alfabeto latino. Finora hanno votato 100 mila persone, dice la Banca centrale, che non ha specificato quale dei cinque stia vincendo al momento: si sa solo che il più apprezzato ha ottenuto il 61 per cento dei voti, mentre l’ultimo il 2 per cento.

Il nuovo simbolo fa parte di un più ampio sforzo da parte del governo russo di trasformare Mosca in un centro finanziario e il rublo in una moneta internazionale, scrive il Wall Street Journal. L’attuale rublo è il risultato della riforma monetaria che venne varata dopo la crisi del 1998, quando venne deciso che in seguito all’iperinflazione il nuovo rublo valeva mille vecchi rubli (una cosa simile avvenne in Turchia nel 2005, e nel 2012 anche la lira turca ha ottenuto un nuovo simbolo). Da allora l’economia russa ha attraversato una rapida crescita dovuta principalmente all’esportazione di materie prime.

Oggi il rublo non ha un simbolo, al contrario dell’euro (€), del dollaro ($) e della sterlina (£). È una moneta particolare anche perché il suo tasso di cambio non è libero di fluttuare nei confronti delle altre monete, ma è controllato dalla Banca centrale entro precisi limiti. Insieme alla decisione di dare alla moneta un simbolo, la Banca centrale ha anche annunciato che entro il 2015 intende lasciare il rublo libero di fluttuare, in modo che sia il mercato a determinarne completamente il tasso di cambio.

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