I conservatori della Costituzione

Angelo Panebianco chiede conto ai difensori della "Costituzione più bella del mondo" di una contraddizione vistosa

Sabato 12 ottobre, sul Corriere della Sera, Angelo Panebianco sostiene che chi difende la Costituzione “più bella del mondo” è davanti a una contraddizione che non si può risolvere. Se la Costituzione non va modificata, ma la classe politica è corrotta, dice Panebianco, le alternative sono due soltanto: o la Costituzione contribuisce a creare questa classe politica inadeguata, oppure è una Costituzione che non ha rapporti con la realtà. E, in entrambi i casi, andrebbe cambiata.

La manifestazione che si tiene oggi a Roma “in difesa della Costituzione” promossa da un comitato che comprende studiosi (Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky e altri) e sindacalisti (come Maurizio Landini) è la prima mossa in grande stile di coloro che si oppongono ai propositi di riforma della nostra Carta Costituzionale (e che comunque riguardano solo la seconda parte, quella sulla forma di governo, non la prima parte che tratta dei diritti e delle libertà). È naturalmente un obbiettivo legittimo. I contorni della iniziativa non sono tuttavia chiarissimi (come dimostra la presa di distanza del’Anpi) e come rileva, in una intervista all’Unità, Luciano Violante: la manifestazione ha un chiaro bersaglio politico – il governo delle larghe intese – ed è difficile dismettere l’idea che la mobilitazione in “difesa della Costituzione” sia il primo passo verso la creazione di un altro (l’ennesimo) partitino politico.
Non c’è comunque bisogno di fare processi alle intenzioni per constatare che la manifestazione di Roma vuole chiamare a raccolta tutti i “conservatori costituzionali” sparsi per l’Italia, coloro che ritengono che non esista alcun rapporto fra l’ingovernabilità del Paese e quella seconda parte della Costituzione, che, da più di trenta anni, si cerca periodicamente, e fin qui senza successo, di riformare.

(Continua a leggere sulla rassegna stampa dell’Istituto Treccani)

Foto: Il presidente della Repubblica Enrico de Nicola firma la Costituzione Italiana il 21 dicembre 1947 (©LaPresse)

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