Ultra-Orthodox Jewish men participate in a Tashlich ceremony at the Mediterranean sea, in the southern Israeli port city of Ashdod, Thursday, Sept. 12, 2013. Tashlich, which means 'to cast away' in Hebrew, is the practice by which Jews go to a large flowing body of water and symbolically 'throw away' their sins by throwing a piece of bread, or similar food, into the water before the Jewish holiday of Yom Kippur, which start on Friday. (AP Photo/Tsafrir Abayov)

La vigilia dello Yom Kippur

Belle fotografie dei preparativi e dei riti degli ebrei ultraortodossi, in attesa della festa più importante dell'anno

Venerdì sera al tramonto inizierà lo Yom Kippur, la festa più importante della religione ebraica, dedicata all’espiazione e al perdono dei peccati, al digiuno e alla preghiera. Lo Yom Kippur, che cade nel decimo giorno del mese di Tishrei, è preceduto dall’Erev Yom Kippur, festeggiato con banchetti, visite a parenti e amici e con la carità ai più poveri. Molti eseguono il rito del Kaparov – a lungo tempo controverso e contestato da alcuni rabbini – che consiste nel far roteare per tre volte sopra la testa un gallo, per gli uomini, e una gallina per le donne. L’animale – a cui sono stati simbolicamente trasferiti i peccati del fedele – viene poi ucciso e regalato ai poveri. Ultimamente è spesso sostituito con un fazzoletto bianco contenente monete, che vengono poi donate. Un altro rito praticato da alcuni ebrei prima dello Yom Kippur è il Tashlikh, solitamente eseguito prima del Rosh Hashanah, la festa per l’arrivo dell’anno nuovo: consiste nel pregare sulla riva di un corso d’acqua – ma va bene anche una piscina artificiale con dentro dei pesci – in cui vengono gettati simbolicamente i peccati.

Le fotografie di questi giorni mostrano i riti e le preghiere precedenti allo Yom Kippur in varie comunità ultraortodosse: nel quartiere Mea Shearim di Gerusalemme, Ashdod e Bnei Brak, rispettivamente a 30 chilometri a sud e a 10 chilometri a est di Tel Aviv.

Continua sul Post