L’inizio e la fine dell’apartheid

10 fotografie da una mostra che apre oggi a Milano, compresa una di Mandela negli anni in cui organizzava sabotaggi contro il governo del Sudafrica

Si apre oggi a Milano la mostra Rise and fall of Apartheid: Photography and the Bureaucracy of Everyday Life, una grande raccolta di immagini e materiali che racconta l’apartheid, la sua eredità e i suoi effetti sulla vita quotidiana in Sudafrica attraverso il lavoro di 70 fotografi, artisti e registi. La mostra è curata da Okwui Enwezor, direttore della Haus der Kunst di Monaco, ed è ideata da un importante centro di fotografia di New York, lo ICP International Center of Photography.

Rise and fall of Apartheid ripercorre attraverso fotografie, testi, poster e altri materiali il cambiamento sociale seguito all’ascesa al potere del Partito Nazionale Afrikaner e la conseguente introduzione dell’apartheid – cioè la sistematica discriminazione e segregazione dei neri – come suo fondamento legale.

Oltre al lavoro dei membri del Drum Magazine negli anni ’50, dell’Afrapix Collective degli anni ’80 e ai reportage del cosiddetto Bang Bang Club, saranno esposte anche eccezionali opere di fotografi sudafricani all’avanguardia quali Leon Levson, Eli Weinberg, David Goldblatt, Peter Magubane, Alf Khumalo, Jurgen Schadeberg, Sam Nzima, Ernest Cole, George Hallet, Omar Badsha, Gideon Mendel, Paul Weinberg, Kevin Carter, Joao Silva e Greg Marinovich. In mostra anche le opere di una nuova generazione di fotografi sudafricani, tra cui Sabelo Mlangeni e Thabiso Sekgale, che esplorano le conseguenze che ancora oggi l’apartheid produce nel paese.

La mostra si può visitare a Milano al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea: è prodotta dall’assessorato alla Cultura del Comune di Milano, dal PAC e da CIVITA. Resterà allestita fino a settembre.

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