Sanju Rai, 9, during the morning assembly in the school, she is currently studying in class 3 in Jyoti Lower Secondary School. Her father died last year and her mother struggles to keep the family alive. The only source they have is a small piece of land, which doesn’t provide enough crops for a whole year Sanju had to spend time doing household chores and looking after her younger brother and her mother was not able to send her to school. She now stays in the hostel and has a good environment to study and is doing well in school. She wants to become a teacher in the future. She is one of the four children supported by Mrs. Harben’s legacy provided through ActionAid.

Fotografia e cambiamento

Laurence Watts di ActionAid - che sarà al festival di Cortona - racconta la fotografia come mezzo a tutela degli indifesi, e cosa è cambiato con Internet

Laurence Watts è Visual Content Manager per ActionAid, un’organizzazione internazionale impegnata nella lotta alle cause della povertà e alla protezione dei diritti umani. Watts in questi anni ha guidato e incoraggiato i fotografi provenienti da paesi del Sud del mondo, ed è stato curatore di diversi libri e mostre fotografiche che cercano di sfidare la percezione della povertà e dell’ingiustizia. Scrive e tiene conferenze in fotogiornalismo e per il suo lavoro ha ricevuto importanti riconoscimenti fotografici. Al Festival di fotografia di Cortona sarà presente per le letture portfolio.

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L’uso della fotografia come mezzo per testimoniare il potere degli indifesi e dei più deboli ha una lunga storia, che può essere fatta risalire al Diciannovesimo secolo con Jacob Riis e la sua decisione di utilizzare la fotografia per illuminare i bassifondi di New York.

Con il suo lavoro Riis ha documentato le condizioni di povertà ed esclusione sociale nelle quali erano costretti a vivere i lavoratori migranti. Al pari di queste persone, Riis non era in grado di intervenire direttamente per cambiare la loro situazione: attraverso la sua fotografia però è stato capace di far sapere alla società il costo umano pagato per la ricchezza e lo stile di vita da loro condotto.

La fotografia digitale ha cambiato radicalmente il nostro modo di documentare tutti gli eventi. Oggi più che mai la nostra storia è tracciata ed è presente in immagini online piuttosto che in qualsiasi altro luogo. Ognuno di noi ha con sé una fotocamera di qualche tipo e le storie, le notizie e gli eventi storici sono tutti catturati in digitale. In più, grazie alla tecnologia mobile siamo in grado di condividere istantaneamente questi eventi.
Non dobbiamo tuttavia cadere nell’errore di pensare che tutto questo sia esclusiva di noi abitanti delle nazioni sviluppate; il crescente uso e la disponibilità di telefoni cellulari nei Paesi in via di sviluppo è stato fondamentale per portare un cambiamento sociale su scala globale.

A differenza dei media tradizionali, infatti, internet ha un pubblico diversificato e le immagini caricate online sono inedite e non mediate. Le immagini non vengono solo trasmesse direttamente allo spettatore, ma sono pronte per essere riutilizzate e ripostate. Attraverso la condivisione noi oggi siamo in grado di partecipare a un atto di unità globale. La combinazione di accessibilità e velocità delle immagini digitali, la piattaforma di pubblicazione infinita che è internet e l’ampia condivisione del mondo hanno avuto l’effetto di poter dare anche alle comunità più piccole ed emarginate sia la capacità di testimoniare sia una responsabilizzazione sociale che prima di oggi non è mai stata a loro disposizione.

Questo nuovo modello di documentario sociale, catturato facilmente con le tecnologie digitali e condiviso attraverso siti di social networking è stato un fattore chiave nel cambiamento del panorama politico in Nord Africa e non solo. Oggi le persone povere ed emarginate non devono aspettare qualcuno per amplificare il loro messaggio di cambiamento ma possono farlo loro stessi.

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