La mostra di Tiziano a Roma

Sarà aperta fino al 16 giugno: dieci sale con le opere dell'artista veneto, dalla Punizione di Marsia ai numerosi ritratti

«Il primo pittore»: così l’imperatore Carlo V definì Tiziano, nobilitandolo quasi come fosse un amico. Dal cinque marzo le Scuderie del Quirinale ospitano parte della produzione di uno tra i più importanti artisti del Cinquecento italiano. In pochi anni Tiziano riuscì, partendo da Pieve di Cadore dov’era nato, ad acquistare fama europea, lasciando una traccia profonda su tutta la pittura dei secoli successivi. Tiziano, che si formò a fianco del Giorgione, fu ammirato dalle corti più importanti e, al contempo, odiato dai suoi colleghi per il successo derivato dai suoi quadri. «Il disegno di Michelangelo e il colore di Tiziano»: con questa formula i contemporanei indicavano le massime vette dell’arte espressiva e la ricca mostra, in un percorso di dieci sale, dà un’effettiva idea di come l’artista investisse tutti i suoi sforzi nel tentativo di rendere i suoi colori unici ed esclusivi, come il famoso “biondo Tiziano”.

Il Martirio di San Lorenzo, per la chiesa dei Gesuiti di Venezia, ne è una prova: interamente giocato su tinte ocra, è il colore a definire e determinare l’espressività dei protagonisti della tela, così come nell’Annunciazione, il cui rosso delle zampe della pernice è allegoria della fecondità giunta dal vento. Non solo sacro, ma anche profano (come recita, riferito all’amore, forse il suo quadro più celebre): Orfeo ed Euridice unisce Bosch e Giorgione, mentre la Danae gli aprirà le strade del successo romano, tra le critiche di Michelangelo nei confronti dello stile figurativo.

La mostra espone una serie di ritratti, tra cui il Ritratto di Paolo III Farnese senza camauro: la verosimiglianza con cui Tiziano seppe tratteggiare la fisicità del papa gli fece ottenere la stima di Carlo V, che anni dopo si fece raffigurare in Carlo V con il cane. Sono inclusi nella mostra anche due Autoritratti, di cui uno realizzato da Tiziano ormai vecchio, il cui sguardo non è rivolto allo spettatore ma verso un punto lontano, a indicare la meditazione dell’età avanzata. Menzione speciale, infine, per la Punizione di Marsia, che chiude il percorso, ed è emblema dell’ultimo periodo di Tiziano: il tema è il supplizio che il povero sileno Marsia subì per aver sfidato il dio Apollo. Mentre sulla scena è raffigurato lo scorticamento del protagonista, sul lato destro Mida, con fare pensieroso, incarnerebbe l’alter ego del pittore a indicare la superiorità divina e apollinea della sua arte. La mostra resterà aperta fino al 16 giugno.

Punizione di Marsia

Tiziano, Autoritratto, 1550-1562 circa

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