Un documento della procura generale della Corte dei Conti ha messo insieme una serie di dati sulle regioni italiane e racconta, tra le altre cose, che il ponte della Costituzione a Venezia, più noto come ponte di Calatrava dal nome dell’architetto spagnolo che lo ha progettato, Santiago Calatrava, comporta costi molto alti per il comune per via di «comportamenti colpevoli del progettista e del direttore dei lavori». Anna Sandri sulla Stampa di oggi ne racconta rapidamente la storia, e i guai.
Il Quarto Ponte sul Canal Grande avrebbe un nome: si chiama Ponte della Costituzione. Non c’è un solo veneziano che lo chiami così: qui è sempre e soltanto Ponte di Calatrava, dal nome del grande architetto che nel 1997 regalò al Comune di Venezia un suo progetto, uno slancio spettacolare tutto di vetro, pietra d’Istria, trachite e acciaio, messo lì a collegare Piazzale Roma – dove arriva il traffico su gomma – alla stazione ferroviaria. Regalo prestigioso, purtroppo costosissimo: per avviare i lavori ci sono voluti sette anni, ne sono serviti altri cinque; e di anno in anno, al pari delle polemiche sulla sua effettiva utilità, montavano anche i costi. Quattro anni dopo il taglio del nastro, nella primavera del 2012, la Corte dei Conti ha presentato, per l’appunto il conto: «La realizzazione del Quarto Ponte sul Canal Grande ha comportato un oggettivo e sconsiderato aumento dei costi rispetto agli oneri inizialmente preventivati – di fatto, totalmente disattesi – e comporterà per il futuro un costante e spropositato esborso economico da parte dell’amministrazione, in quanto l’opera è affetta da una patologia cronica caratterizzata dalla necessità di un costante monitoraggio e dal continuo ricorso a interventi non riconducibili, in alcun modo, a interventi di ordinaria manutenzione» è la diagnosi.
(continua a leggere sul sito del Politecnico di Torino)
Continua sul Post