Michele Serra oggi su Repubblica parla dell’arresto di Fabrizio Corona, condannato per estorsione e costituitosi ieri a Lisbona.
Un condannato di mezza tacca elevato al rango di grande criminale: questo, se ci si vuole attenere alla banalità dei fatti, è il sunto della malinconica epopea mediatica del povero Corona, la cui breve fuga è stata accompagnata da esagerati applausi dei tifosi e altrettanto esagerati anatemi dei detrattori. I reati addebitati a questo giovanotto non troverebbero posto in nessun romanzo poliziesco o noir. Rappresentano la raschiatura affannosa, avvilente, di quanto è rimasto nel fondo della pentolona del secondo boom economico, quello che alla fine del secolo scorso ha ingrassato a dismisura pochi e veri ricchi e illuso legioni di Coronidi, maschi e femmine, disposti a qualunque capriola o stramberia pur di fingersi vincitori.
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