Il sequestro di Andrea Calevo

Il Corriere della Sera ha pubblicato le intercettazioni sui due sequestratori dell'imprenditore edile rapito il 16 dicembre e liberato dopo due settimane

Il Corriere della Sera racconta i particolari del sequestro di Andrea Calevo, giovane imprenditore rapito lo scorso 16 dicembre nella sua villa di Lerici e liberato il 31 dicembre a Sarzana da un blitz della Polizia e dei Carabinieri del ROS. I responsabili del sequestro, già arrestati, sono Pierluigi Destri, imprenditore edile pluripregiudicato di 70 anni, suo nipote Davide Bandoni, 23 anni, e Fabijon Vila, albanese di 20 anni. Le indagini sono partite da una telefonata che i rapitori avevano fatto il giorno dopo il sequestro da una cabina telefonica a Pisa. Grazie a questa e ad alcune successive intercettazioni gli investigatori hanno potuto stabilire che Calevo si trovava nell’abitazione di Pierluigi Destri, dove è stato poi liberato.

Una pizza perché il ragazzo «c’aveva fame», la fatica di organizzare i turni di guardia e «impegnarsi la sera», i momenti di nervosismo che fanno dire cose tipo «mo’ gli stacco un dito» e il metadone da sciogliere nell’acqua «che così lo fa dormire».

Il decreto di fermo e le informative dei carabinieri e della polizia raccontano di un nonno e di un nipote che un po’ organizzano, un po’ improvvisano. Il vecchio (Pier Luigi Destri) è la mente dell’operazione, il figlio di sua figlia (Davide Bandoni) è il braccio operativo. Hanno un sequestrato in casa e vogliono un riscatto da otto milioni di euro, queste sono le uniche certezze. Il resto è quel che succede giorno per giorno, da domenica 16 dicembre, quando Andrea Calevo finisce nelle loro mani, a due giorni fa, quando con un blitz viene liberato.

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