<p>Republican vice presidential candidate, Rep. Paul Ryan&#8217;s, R-Wis., son Sam peaks through a curtain during a campaign rally in Des Moines, Iowa, Monday, Nov. 5, 2012. (AP Photo/Mary Altaffer)</p>

Come si elegge il presidente americano

Attraverso il sistema del "collegio elettorale", particolare ma facile da capire

Gli Stati Uniti non eleggono direttamente il presidente. Attraverso un sistema chiamato electoral college (collegio elettorale), infatti, ogni stato elegge con sistema prevalentemente maggioritario – chi ha un voto in più li prende tutti – un gruppo di cosiddetti “grandi elettori”, distribuiti in modo proporzionale alla sua popolazione (e per questo periodicamente aggiustato). In ogni stato, insomma, chi vince si prende tot grandi elettori e chi perde zero: con quel tot variabile di stato in stato. (ci sono due eccezioni, Maine e Nebraska, dove il maggioritario è applicato su grandi circoscrizioni interne)

I grandi elettori sono in tutto 538 – il collegio elettorale suddetto – distribuiti sui 50 stati: questo vuol dire che ne servono almeno 270 per arrivare alla Casa Bianca. Per come funziona il sistema maggioritario è possibile che un candidato possa ottenere la maggioranza dei voti totali ma la minoranza dei grandi elettori, e quindi perdere le elezioni. È successo due volte, la più recente e celebre è quella del 2000, quando Al Gore ottenne lo 0,4 per cento dei voti in più rispetto a George W. Bush, che però vinse tra i grandi elettori grazie a una contestata decisione della Corte Suprema sul voto in Florida.

Il collegio elettorale si riunisce a dicembre e vota per il presidente sulla base del risultato del voto dei singoli stati. I grandi elettori non sono legalmente vincolati a votare come da esito del voto e hanno solo un obbligo politico, che però è stato violato rarissimamente nella storia degli Stati Uniti e mai in modo determinante.

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