Il 15 settembre 1982 uscì negli Stati Uniti il primo numero di USA Today, che pochi giorni fa ha annunciato anche un redesign della testata. USA Today è un caso molto particolare nel panorama dell’informazione statunitense: con circa 1,8 milioni di copie vendute si contende con il Wall Street Journal il primato della diffusione negli Stati Uniti (il WSJ supera i 2 milioni, contando circa 400.000 abbonati alla versione online), e oltre a questo è di fatto l’unico grande quotidiano non ancorato a una città particolare.
Il suo stile, sottolineato anche nell’articolo del giornale che ha annunciato i cambiamenti, si concentra sul «raccontare le notizie attraverso le immagini» e «aggiungere “voci più forti” alle storie». Al momento del suo lancio, trent’anni fa, venne criticato per la semplicità della scrittura, giudicato eccessiva, e l’uso di grafici e immagini a colori, molto più ampio rispetto agli altri maggiori quotidiani. Le notizie venivano – e vengono – presentate solitamente in modo breve e chiaro, senza molto spazio per le opinioni. Ha sede a McLean, una cittadina della Virginia non lontana da Washington, ed è di proprietà della grande società Gannett, che possiede decine di giornali e televisioni locali.
Tra i cambiamenti, che partiranno gradualmente questo weekend, c’è anche quello del simbolo: è scomparso il mappamondo ed è stato introdotto un grande cerchio di colore diverso a seconda delle sezioni che, secondo la presentazione, sarà «un’infografica» che conterrà un’immagine o una foto per riassumere la notizia del giorno. Il giornale ha detto che aumenterà il numero di inchieste e, sul sito, quello dei video. Il sito e le applicazioni per i dispositivi mobili verranno cambiate per dare più spazio alle immagini.
L’editore è da maggio Larry Kramer, 40 anni, fondatore di MarketWatch e ex direttore di CBS Digital Media, da tempo molto interessato all’evoluzione del giornalismo e all’uso dei dispositivi mobili (temi su cui ha tenuto diverse lezioni in università americane). In un post del suo blog del 2009, dopo l’ennesimo fallimento di un quotidiano statunitense a causa della crisi nel settore, Kramer aveva fatto un’analisi ottimista del futuro e aveva scritto «dimenticatevi dell’industria dei giornali. Lanciamo l’industria delle notizie». Quest’anno è stato cambiato anche il direttore di USA Today, attualmente David Callaway.
Nel quotidiano c’è stata una profonda riorganizzazione circa due anni fa, con il licenziamento di circa 130 persone (più o meno il 9 per cento del personale) e una ristrutturazione interna con lo scopo di investire di più nel settore digitale. La riorganizzazione è venuta dopo alcuni anni di pesante calo delle vendite, che erano circa 2,3 milioni nel 2007 e sono scese a 1,83 milioni nel 2010, stabilizzandosi poi intorno a quella cifra. Tra il 2006 e il 2010, la raccolta pubblicitaria si era dimezzata.
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