Niente lezioni di patriottismo a Hong Kong

Dopo mesi di proteste, il governo ha deciso che non saranno obbligatorie, il giorno prima delle elezioni nella città

Il governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong ha annunciato ieri che il programma scolastico chiamato “Educazione morale e nazionale”, criticato da molti per essere una forma di propaganda a favore del governo centrale cinese, non sarà più obbligatorio e le singole scuole potranno decidere se adottarlo o meno. Il programma era stato proposto per la prima volta nel 2010, ma da allora c’erano state molte proteste a cui erano seguiti annunci di rinvii, fino alla decisione di ieri.

Questa è arrivata un giorno prima delle elezioni per il rinnovo dell’assemblea legislativa della Regione amministrativa speciale e dopo la nuova ondata di settimane di proteste da parte dei cittadini di Hong Kong, tra cui uno sciopero della fame di dieci giorni che si è tenuto sulla gradinata del palazzo del governo. Secondo i promotori delle proteste, “Educazione morale e nazionale” era un programma per fare il lavaggio del cervello degli studenti. Il programma non era molto diverso da quello che già viene insegnato nel resto della Cina continentale.

(Hong Kong, 15 anni dopo)

Hong Kong è un territorio ad amministrazione speciale, per molti versi separato dal resto della Cina. La città, abitata da poco più di 7 milioni di persone, è rimasta sotto l’amministrazione britannica fino al 1997 quando, sotto precise condizioni, è stata ceduta alla Cina (il famoso “un paese, due sistemi”). Oggi Hong Kong ha una sua propria struttura di governo, un suo sistema educativo e una legislazione molto più aperta in materia di libertà di impresa.

Per il rinnovo del parlamento di Hong Kong si sta votando in queste ore. Circa 40 deputati dell’assemblea legislativa su 70 saranno eletti a suffragio universale, mentre altri 30 saranno scelti da un ristretto comitato elettorale composto da politici, finanzieri, industriali e membri influenti della comunità. Lo stesso gruppetto di grandi elettori ha già votato anche il capo del governo che ad Hong Kong, piuttosto curiosamente, ha un titolo che si traduce in inglese Chief executive, cioè amministratore delegato.

Molti cittadini di Hong Kong sono orgogliosi della loro indipendenza e del fatto che soltanto per ciò che riguarda la politica estera e la difesa sono legati alla Cina cosiddetta “continentale”. Il programma “Educazione morale e nazionale” è stato criticato perché conteneva frasi come: «Il Partito comunista cinese è progressista, altruista e unito» oltre a critiche al sistema multipartitico che, secondo il programma, ha portato paesi come gli Stati Uniti al disastro. Ma il problema si estendeva anche a quello che il programma non includeva, come ad esempio il massacro di piazza Tiananmen del 1989 e la repressione in Tibet.

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