Da diversi mesi circolano in rete dei dubbi sulla genuinità di alcuni articoli dall’Asia pubblicate sul quotidiano Repubblica, e in particolare il corrispondete dell’Agi da Pechino ha confidato a diversi colleghi di avere l’impressione che spesso i suoi pezzi vengano usati e copiati senza citarlo. Oggi la storia è raccontata sul Foglio, con ridondanza di sarcasmo e sassolini dalle scarpe, ma la questione c’è.
Ma chissà che ne pensa il direttore di Rep., Ezio Mauro, della sospensione di Zakaria e del suo corrispondente da Pechino, Giampaolo Visetti. Uno con un curriculum rispettabile. Leggiamo su Internet: “Classe 1965, è stato direttore dell’Adige, del Trentino, dell’Alto Adige e del Corriere delle Alpi e condirettore del Gazzettino di Venezia. Poi corrispondente di Repubblica da Mosca e dal 2009 da Pechino”. Il dubbio che circolava in rete da qualche settimana è che Visetti abbia un ghost writer. Se così fosse, si chiamerebbe senza dubbio Antonio Talia, corrispondente da Pechino di Agi China. Ghost writer a sua insaputa, fino a quando non scopre che il giornalista di Rep., negli editoriali audio su RSera, legge i suoi articoli. Li legge tutti, dalla A alla Z, mica solo dieci righe come Zakaria. Tutto, compresi aggettivi e avverbi. Tranne la firma. Il super Zakaria all’italiana, beccato, ammette la colpa e dice che la fonte l’ha citata. Solo che, disdetta, ogni volta i tecnici di Rep. tagliano quel pezzettino insignificante di audio dal suo editoriale. Un complotto. Ma a questo punto Talia ci tiene, a passare per il ghost writer di Visetti, e si mette a controllare ogni sua produzione.
(continua a leggere sulla rassegna stampa Treccani, in PDF)
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