(AP Photo/Muzaffar Salman)

L’ONU “condanna” la Siria per Hula

E oggi il ministro degli Esteri britannico cercherà di ammorbidire la posizione della Russia, mentre Kofi Annan ritorna a Damasco

Questa notte il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, riunitosi urgentemente, ha duramente condannato il massacro di Hula, avvenuto venerdì scorso in Siria, nel quale sono morte 108 persone, tra cui 49 bambini e 39 donne (il bilancio è stato aggiornato dagli stessi osservatori dell’ONU). Nel comunicato dei 15 stati membri si legge che “lo scandaloso uso della forza” contro i civili vìola le leggi internazionali e che l’ONU “condanna nella maniera più assoluta” il massacro di civili e l’utilizzo “di armi pesanti e carri armati da parte del governo siriano in una zona abitata”.

La maggioranza del Consiglio di Sicurezza voleva un comunicato ancora più duro contro la Siria e il suo presidente Bashar al Assad, ma la Russia si è opposta. L’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Igor Pankin, ha detto infatti che “non è ancora chiaro quello che è accaduto a Hula” e che è strano che il governo siriano, oltre a bombardare, possa aver commesso atroci violenze come quella di torturare e sgozzare le vittime civili.

Ieri anche il capo degli osservatori dell’ONU, il generale Robert Mood, aveva detto che non è ancora chiaro cosa sia davvero successo a Hula. Sempre ieri, in una conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri siriano aveva dato la colpa della strage ai “terroristi”. Tuttavia, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU qualche ora fa ha chiaramente chiamato in causa il governo siriano per il massacro, almeno per quanto riguarda i bombardamenti e l’assedio della città. Alcuni attivisti dicono poi che molti civili a Hula sarebbero stati uccisi dagli shabiha, i violenti mercenari di Assad.

Il ruolo della Russia è da tempo fondamentale nelle decisioni della comunità internazionale. Si è parlato, scrive il New York Times, di un possibile compromesso attorno a una soluzione stile Yemen, con Assad che lascerebbe il potere a un vice per cercare di fermare quella che sembra a tutti gli effetti una guerra civile. Proprio oggi il ministro degli Esteri britannico William Hague andrà a Mosca per cercare di convincere il governo russo a cambiare la sua linea decisamente non interventista, cosa che al momento sembra piuttosto improbabile.

Oggi Kofi Annan, inviato speciale in Siria di ONU e Lega Araba, tornerà a Damasco invitando il governo a muoversi nell’ambito di quanto previsto dal suo piano di pace: anche i ribelli siriani, però, dopo il massacro di Hula, hanno detto di non volerlo più rispettare.

nella foto: il capo degli osservatori ONU, il generale Robert Mood (AP Photo/Muzaffar Salman)

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