Tra le competizioni elettorali più importanti del turno di amministrative di maggio, quella di Catanzaro merita di essere ben descritta, se non altro per il suo valore simbolico: è la prima sfida elettorale dopo la caduta del governo Berlusconi in questa città solidamente governata dal PdL. Una sconfitta a Catanzaro metterebbe in grossa crisi anche la giunta regionale guidata da Giuseppe Scopelliti del PdL, già per altro duramente colpita da inchieste giudiziarie che coinvolgono sia il presidente – per gli anni in cui era sindaco del comune di Reggio Calabria – che altri suoi uomini, come il sottosegretario alle Riforme della regione Calabria, Alberto Sarra, interdetto solo pochi giorni fa dai pubblici uffici nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina di un primario.
A Catanzaro si ritorna a votare a distanza di solo un anno, a causa delle dimissioni del sindaco-parlamentare PdL e amministratore di lungo corso Michele Traversa. L’ex sindaco, infatti, pressato dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco, ha scelto di dimettersi. Una decisione legata alle difficoltà di gestione dell’ente e al rapporto conflittuale creatosi con il suo Consiglio comunale, controllato da altre correnti del centro-destra, che l’ex sindaco ha inteso sfiduciare e mandare a casa con le sue dimissioni.
I principali candidati a sindaco sono Salvatore Scalzo per il centro-sinistra e Sergio Abramo per il centro-destra. L’outsider è Pino Celi, del Terzo polo, ex assessore comunale negli anni Ottanta e presidente provinciale dell’ANCE (Associazione nazionale Costruttori Edili), dimessosi dalla carica all’atto della candidatura e sostenuto da cinque liste: UdC, MpA, FLI e due civiche.
(Guida alle elezioni amministrative 2012)
Il candidato di centro-sinistra, Salvatore Scalzo, ha 28 anni ed è un emigrato di ritorno, ex funzionario della Commissione europea, ricercatore in Scienze Politiche all’università di Torino e impegnato sui temi della legalità e dell’impegno giovanile in Calabria da circa dieci anni con la sua associazione, “Ulixes”. È stato candidato anche alle amministrative del 2011, quelle in cui era contrapposto a Traversa, e all’epoca nonostante la sconfitta fu capace di doppiare con le sue preferenze personali le sue stesse liste, toccando il 15 per cento di voto disgiunto. A distanza di pochi mesi è di nuovo candidato, con liste ricche di giovani candidati, provenienti dalla cosiddetta “società civile”, e un programma a detta di molti ambizioso e responsabile. Scalzo è sostenuto da otto liste: PD, IdV, Federazione della Sinistra, SeL, Psi-Verdi e quattro liste civiche.
Anche il candidato del centro-destra, Sergio Abramo, è sostenuto da otto liste. Nato nel 1958, è stato già sindaco per due mandati consecutivi prima di lasciare la carica nel 2005, per candidarsi a presidente della regione contro Agazio Loiero (poi eletto). Abramo oggi rappresenta una parte importante della Confindustria regionale e nel 2010 è stato nominato, dal presidente della regione Scopelliti, alla guida della partecipata Sorical (Società risorse idriche calabresi). La sua è una storica famiglia dell’imprenditoria calabrese, attiva tra gli altri nel settore dei call center, vero business occupazionale a Catanzaro insieme alla grande distribuzione. Abramo fu eletto al secondo mandato da sindaco con oltre il 70 per cento dei consensi, ma ha davanti un compito arduo: riuscire a risolvere e convivere coi complicati rapporti del centro-destra catanzarese, che hanno provocato le dimissioni di Traversa, e i problemi giudiziari che continuano a colpire anche in campagna elettorale i suoi candidati. Lo sostengono l’ApI di Rutelli, AdC di Pionati, PdL e cinque liste civiche, delle quali tre diretta espressione di due assessori regionali e del presidente Scopelliti.
A oggi la cosa più probabile è che si arrivi al ballottaggio, dove il voto è più “politico” e meno legato ai consensi personali – e alle promesse – degli oltre 700 candidati al Consiglio comunale. Il comune di Catanzaro oggi è sottoposto a commissariamento prefettizio. Per chi vincerà non sarà facile governare un ente oggetto di una pesante inchiesta per rapporti tra mafia e politica e che negli ultimi mesi, per la prima volta nella sua storia, ha sforato il patto di stabilità contraendo mutui per spese non strutturali alla Cassa depositi e prestiti, per circa 10 milioni di euro.
foto: francescogigliotti
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