Stasera andrà in scena al Teatro Franco Parenti di Milano Sul concetto di volto nel figlio di Dio, uno spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio, compagnia di Cesena attiva da trent’anni e guidata dal regista Romeo Castellucci. Nelle scorse settimane, in seguito a denunce e mobilitazioni da parte di gruppi cattolici oltranzisti, i maggiori quotidiani ne hanno parlato, fornendo diversi resoconti della polemica nata tra la direttrice del teatro Andrè Ruth Shammah, il regista Castellucci, e le autorità cattoliche.
La posizione ufficiale assunta dal Vaticano tramite Peter Wells, assessore agli Affari Generali della Santa Sede, e che l’opera sia “offensiva nei confronti di nostro Signore Gesù Cristo e dei cristiani”.
Lo spettacolo era in calendario da un anno nella stagione del Parenti e gira in Europa da tre anni. A Parigi altri gruppi cattolici hanno protestato in ottobre, senza però arrivare a scomodare alti funzionari della Chiesa. La differenza è che a Parigi le contestazioni si erano svolte dopo il debutto a teatro, mentre nel caso milanese si tratta di una mobilitazione preventiva.
Sul concetto di volto nel figlio di Dio è un lavoro semplice nella sua struttura narrativa. Mette in scena il ripetersi angoscioso delle cure di un figlio per il padre anziano ormai incontinente. In un crescere di sofferenza e dolore da parte di entrambi, il figlio che sente la fine imminente della vita del padre, e questo che vive la decadenza del corpo, lo spettacolo si svolge davanti ad un fondale che riproduce il volto di Cristo dipinto da Antonello da Messina, e nella sala si diffonde un forte odore di escrementi. Quando il figlio teme di non avere più forza per sostenere la situazione e sembra rivolgersi a quel volto, questo si squarcia, lascia colare un inchiostro nero, e lascia spazio a un abisso sonoro dal quale emerge una scritta luminosa: You are (not) my shepard, tu (non) sei il mio pastore, a dire che l’uomo vacilla di fronte agli insondabili misteri della morte e della vita umana.
I gruppi cattolici promotori della protesta hanno annunciato presidi e manifestazioni intorno al teatro Franco Parenti, raccogliendo adesioni in movimenti di destra e religiosi. Contemporaneamente sono intervenuti intellettuali e uomini di teatro per difendere la libertà dell’opera e contestare le intimidazioni nei confronti del regista, che aveva scritto una lettera ai giornali e su Doppiozero era stato intervistato sulla questione:
Io ho una grande paura. Spero che vada tutto bene, anche se la lettura del nostro lavoro sarà compromessa da questo clima isterico, con persone che vengono a vedere lo spettacolo per interromperlo, come è successo a Parigi, senza però il cordone di sicurezza che il Théâtre de la Ville ha garantito. Ho molta paura.