Le contestazioni sollevate nei giorni scorsi sulle modalità con cui il ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi ha acquistato le sua casa romana appaiono un po’ fragili, ma la Stampa prova a spiegare come stanno le cose.
Sarà il destino, ma anche il governo di salvezza nazionale è costretto a fare i conti con grattacapi che sembravano peculiarità dei soli esecutivi politici. Così dopo Carlo Malinconico e le sue «vacanze facili», rischia ora di montare un altro caso, quello della «casa facile» di Filippo Patroni Griffi. Galeotto fu il Colosseo per il ministro della Funzione pubblica, visto che a creargli qualche pensiero è un appartamento in via Monte Oppio acquistato dall’Inps a prezzo stracciato. Ironia della sorte a pochi passi dalla casa dello scandalo che costò a Claudio Scajola le dimissioni da ministro a causa dell’acquisto agevolato dall’intervento del «criccarolo» Diego Anemone. Similitudine immediata nata in contemporanea con l’inchiesta del «Fatto Quotidiano» che punta a far luce sulla vicenda. «Non credo che siano situazioni assimilabili», si difende Patroni-Griffi anche perché – sostiene – si tratta di una situazione che ha riguardato gli enti previdenziali dell’Italia intera.
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