La primo ministro dello stato dell’Uttar Pradesh, Mayawati, è uno dei personaggi più discussi e seguiti della vivace scena politica indiana. Gode di uno straordinario consenso tra le classi sociali inferiori e in particolare tra i Dalit (quelli che chiamiamo paria, o intoccabili, nel sistema delle caste) per aver preso le più forti iniziative per i loro diritti e per l’uguaglianza in un paese in cui le discriminazioni sociali – soprattutto nelle campagne – sono ancora fortissime. Il suo partito, il Bahujan Samaj, li rappresenta dal 1984 ed è il quarto partito in India.
Proprio sulle statue si è aperta una nuova questione caso nel corso della campagna elettorale per il rinnovo del parlamento dell’Uttar Pradesh, per cui si voterà a febbraio in successivi turni. La commissione elettorale ha infatti ordinato domenica di coprire e nascondere durante questo periodo ogni statua che raffiguri Mayawati o l’elefante, simbolo del suo partito (e ce ne sono a centinaia): opera che andrà compiuta entro mercoledì a spese delle amministrazioni che hanno costruito i monumenti (già sotto accusa per le spese sostenute in quel frangente).