<p>Kathleen McCarthy (C), a resident of the traveller settlement at Dale Farm in Essex, speaks to the press on September 18, 2011, the day before travellers there are due to be officially evicted. AFP PHOTO / CARL COURT (Photo credit should read CARL COURT/AFP/Getty Images)</p>

Lo sgombero di Dale Farm

Le foto del campo nomadi più grande del Regno Unito: oggi comincia lo sgombero tra manifestazioni di protesta e minacce di violenze

Aggiornamento del 20 settembre alle 07:15
Lo sgombero di Dale Farm è stato temporaneamente sospeso. Gli abitanti hanno ottenuto un’ordinanza di emergenza che impedisce al consiglio di Basildon di rimuovere le strutture abusive fino a venerdì, quando si terrà un’udienza. L’ordinanza proibisce anche che venga tagliata l’elettricità al campo. Il giudice ha anche ordinato che le barricate erette dagli abitanti del campo e dai loro sostenitori vengano demolite.

La decisione di sospendere lo sgombero è stata presa dal giudice Edwards-Stuart per la preoccupazione che ai residenti non sia stato spiegato a sufficienza cosa sia permesso mantenere su ciascun appezzamento e cosa debba essere rimosso. Il giudice ha stabilito che il consiglio di Baildon debba indicare ai residenti quali misure verranno prese per ogni pezzo di terra e i residenti devono rispondere alle loro proposte entro giovedì a mezzogiorno. Venerdì alle 11:30 di mattina il giudice deciderà se ci sono altre questioni legali per sospendere lo sgombero.

Aggiornamento delle 15:15
Lo sgombero delle case e roulotte abusive di Dale Farm era previsto per le 8 di lunedì mattina ma non è ancora iniziato. Circa 200 persone – sia nomadi che loro sostenitori – bloccano l’entrata al campo e minacciano di usare la forza. Il ritardo è dovuto anche a un incontro tra i nomadi e i rappresentanti del consiglio di Basildon, che doveva tenersi alle 11 ma che è stato cancellato. I rom hanno chiesto di rimandare lo sgombero al 22 novembre, quando si terrà un appello per concedere il permesso di costruire delle case in una zona di Basildon, ma il consiglio ha rifiutato. Un rappresentante del consiglio ha spiegato che «temiamo si tratti di una tattica per ritardare lo sgombero, cosa che non deve assolutamente accadere. Questa cosa si trascina da dieci anni e il tempo di parlare è finito». Il presidente del consiglio Tony Ball ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ribadito che la legge va rispettata e che lo sgombero verrà effettuato oggi.

Nel frattempo l’Alto commissario dell’ONU per i diritti umani ha detto di aver offerto il proprio aiuto al governo inglese per risolvere la situazione in modo pacifico e trovare un accordo tra le parti, ma il governo avrebbe rifiutato.

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Oggi, lunedì 19 settembre, gli ufficiali giudiziari del distretto inglese di Basildon, nell’Essex, inizieranno lo sgombero del campo nomadi di Dale Farm, che è abitato da circa mille persone ed è il più grande del Regno Unito. Circa 400 nomadi che vivono nel campo si sono barricati insieme ad alcuni sostenitori e hanno detto che combatteranno con ogni mezzo per difendere le loro case. Dicono di avere provviste per un anno e di avere preparato «qualche sorpresa», «come incendiare le macchine e far esplodere le bombole di gas» per fermare le autorità.

I poliziotti devono distruggere 86 case che sono state costruite illegalmente lungo la green belt del villaggio di Crays Hill, ovvero la fascia che circonda i centri abitati destinata a boschi e luoghi di svago e in cui è generalmente proibita qualsiasi costruzione. Lo sgombero, il cui costo è di 18 milioni di sterline, è l’ultimo atto di una disputa legale durata più di dieci anni. Dale Farm è stato fondato negli anni Settanta, quando il consiglio del distretto di Basildon ha concesso la licenza edilizia a 40 famiglie rom. Nel 1996 un gruppo di pavee, i nomadi irlandesi la cui origine è tuttora sconosciuta, ha comprato un appezzamento di terra per 120.000 sterline; molti di loro non hanno ottenuto la licenza per costruire delle case ma hanno iniziato a farlo comunque. Nel tempo il campo ha raddoppiato le proprie dimensioni e ora ospita 100 famiglie: alcune vivono in case costruite legalmente mentre altre hanno costruito abusivamente le loro abitazioni nella zona verde.

Nel 2005 il consiglio di Basildon ha detto che avrebbe sgomberato la parte del campo priva di licenza e dopo numerosi appelli da parte dei nomadi e dei loro sostenitori, nel luglio del 2011 la corte d’appello ha concluso che il consiglio ha agito legalmente rifiutando di concedere la licenza edilizia nella green belt e che le case illegali dovranno essere demolite. In seguito il consiglio di Basildon e il governo hanno chiesto più volte ai nomadi di lasciare la zona non autorizzata e hanno promesso di trovare nuove case alle famiglie sgomberate, come richiede la legge. Gli abitanti di Dale Farm hanno risposto di non avere altri posti in cui andare, che si trattava di una violazione dei loro diritti in quanto nomadi e hanno accusato le autorità di volerli uniformare alla cultura dominante e di voler distruggere la loro cultura e il loro stile di vita. Gli abitanti di Crays Hill rifiutano le accuse di razzismo, spiegano di voler proteggere la green belt e che la legge deve trattare tutti allo stesso modo, nomadi inclusi.

Molte organizzazioni, tra cui l’ONU e Amnesty International, parlamentari di ogni schieramento politico e personalità famose – tra cui l’attrice Vanessa Redgrave – si dicono contrarie alla demolizione di Dale Farm e hanno organizzato svariate proteste e manifestazioni. Molti temono che lo sgombero del campo apra la strada alla demolizione di altri campi nomadi nel paese e denunciano un’ostilità crescente nei confronti dei rom, che si rispecchierebbe anche nelle leggi degli ultimi anni. Una legge del 1968 infatti obbligava le autorità locali a fornire dei luoghi per accamparsi fino a 15 roulotte alla volta. La legge è stata abrogata nel 1994 e, secondo la Commissione per l’uguaglianza razziale, ora gli zingari non hanno più abbastanza spazio in cui accamparsi. Inoltre più del 90 per cento delle richieste di concessione edilizia avanzate dai nomadi viene respinta, contro il 20 per cento del totale.

In Regno Unito l’aspettativa di vita dei nomadi è di dieci anni inferiore alla media nazionale; le madri hanno possibilità 20 volte superiori alla media di perdere un figlio, e solo il 38 per cento dei pavee finisce la scuola. Il 45 per cento dei campi si trova nel sud est del paese: in Regno Unito ci sono 18.000 ruolotte e 3.000 si trovano in zone non autorizzate.

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