L’uomo che potrebbe salvarvi la vita

Il Guardian ha intervistato uno specialista in negoziazioni di sequestri e riscatti

Qualche giorno fa il Guardian ha intervistato Ben Lopez, un esperto negoziatore in caso di rapimenti e sequestri. Ben Lopez, che non si chiama davvero Ben Lopez, in 17 anni di lavoro in ogni parte del mondo è sempre riuscito a salvare tutti gli ostaggi dei casi di cui si è occupato.

Lopez lavorava come psicologo in un ospedale psichiatrico negli Stati Uniti. Nel 1994 venne chiamato a collaborare alla risoluzione di un caso di rapimento e da allora questo è il suo lavoro. Fino agli anni Settanta non c’erano molte occasioni per intraprendere una carriera del genere, e nemmeno ora c’è una definizione precisa per il suo mestiere. Nonché una procedura standard.

Non ci sono regole assolute e prestabilite. Solo una serie di operazioni di salvataggio molto flessibili. Ogni situazione è unica. Sapere qual è la mossa giusta da fare è solo una questione di istinto primordiale.

I casi tipici di rapimento sono quattro, spiega Lopez. Quello a sfondo politico e religioso, il ricatto a scopo di estorsione, l’assedio (una rapina finita male, per esempio) e quello domestico. La specialità di Lopez sono i rapimenti politici, che avvengono spesso in Stati dalle istituzioni molto deboli, dove i sequestratori hanno maggiori possibilità di veder esaudite le loro richieste.

Il rapimento con la richiesta di riscatto è il più facile da gestire. Nessuno può fare soldi con un cadavere. Il mio lavoro in quei casi è solo mantenere la calma e negoziare un prezzo per il rilascio. I rapimenti politici sono più complicati perchè gli obiettivi dei rapitori sono meno razionali, hanno più interesse a far parlare della causa in cui credono che nella vita degli ostaggi. In questi casi il risultato è molto meno scontato.

Secondo di dove ci si trova, cambiano le modalità di trattativa. Nell’America del Sud un rapimento può andare avanti per mesi o anche anni, in Afghanistan di solito tutto si risolve nel giro di qualche settimana. Lopez solitamente non tratta di persona con i rapinatori. In alcuni casi sceglie un membro della famiglia degli ostaggi e comunica che cosa scrivere. Le sue prestazioni sono pagate con una tariffa giornaliera, ma giura di non lavorare mai per più di tre settimane di seguito perché il lavoro è molto stressante e le trattative potrebbero risentirne. In quei casi Lopez preferisce affidare temporaneamente il caso a qualcun altro.

L’esperto di sequestri non dice quanto denaro riesce a guadagnare con il proprio lavoro. E ha i suoi buoni motivi: in molti paesi guadagnare dai rapimenti è un reato, così come pagare un riscatto ai sequestratori. Senza contare che a volte sono gli ostaggi stessi a inscenare un finto sequestro per truffare la propria assicurazione. Lopez fornisce però un suggerimento, hai visto mai: nel caso in cui siate coinvolti in un vero rapimento, la cosa migliore da fare è non fare niente.

Non provate a scappare. Il momento più pericoloso sono le prime ore del rapimento, quando i sequestratori sono più nervosi e hanno più paura di essere scoperti. Pensate che se avessero voluto uccidervi l’avrebbero già fatto, e che valete più da vivi che da morti. La cosa migliore è cercare un contatto con il rapitore: se vi vedrà anche come una persona oltre che come una merce di scambio sarà più difficile che vi faccia del male. Chiedetegli quello di cui avete bisogno, come medicine, o giornali, ma senza insistere. E mangiate tutto quel che vi viene portato, perchè non potete sapere quando avrete il prossimo pasto caldo. La cosa più importante è tentare di non negoziare da soli il vostro rilascio. Fareste solo un gran casino. Fidatevi del fatto che fuori ci sia qualcuno come me che lo fa al vostro posto.

Continua sul Post