Sebbene da tempo fossero molto accreditate e apertamente discusse le proposte sulla fornitura di armi ai ribelli, che compongono un esercito improvvisato e mal equipaggiato, l’Unione Africana ha ribadito ieri le sue perplessità. «Non è tanto una questione di chi dà cosa a chi, ma è semplicemente il fatto che circolino sempre più armi in entrambe le parti in gioco. Abbiamo già le prove che alcune di queste armi sono finite nelle mani di trafficanti e di al Qaida», ha detto Jean Ping, il leader della Commissione. «Queste armi contribuiranno alla destabilizzazione degli Stati africani».
L’ammissione della Francia tiene aperta la discussione sui limiti della risoluzione dell’ONU che ha dato inizio all’intervento militare in Libia. La risoluzione permette ai Paesi alleati di prendere “ogni misura necessaria” per proteggere i civili e tra queste cita anche la fornitura di armi, se usati per scopi difensivi. Se queste armi sono usate per attaccare, la legalità della loro fornitura potrebbe essere messa in discussione. L’esercito francese ha specificato di avere lanciato armi insieme a cibo, acqua e farmaci, per aiutare i civili delle zone più martoriate della Libia a difendersi.
foto: SAEED KHAN/AFP/Getty Images
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