Blogger che non lo erano, otto anni prima

Preistoria dei blog italiani: quando "Personalità confusa" rivelò di non essere "Alessia"

La notizia della blogger siriana che era arrivata sui giornali di tutto il mondo ma che non esisteva – il blog era scritto da un uomo, e in Scozia – ha fatto ricordare ad alcuni più longevi frequentatori dei blog italiani la più piccola storia di “Personalità confusa” (allora i giornali non scrivevano dei blog), che lo stesso autore raccontò a un certo punto sul suo blog.

Quando ho aperto questo blog, parecchi mesi fa, non pensavo che sarebbe finita così.
Era una giornata di novembre. Avevo letto da qualche parte che esistevano questi weblog, siti gratuiti facilmente aggiornabili e molto adatti a tenere un diario. L’idea mi era subito piaciuta. Un bel posto dove scrivere ogni giorno quattro fesserie, un sito senza pop up, un diario digitale che avrei potuto compilare da qualsiasi luogo del mondo senza perdere troppo tempo con l’html.
Mi collego a questo misterioso Splinder.it e trovo il solito form di registrazione. Come sempre mi chiedono un indirizzo email. Vorrei dare il mio indirizzo privato ma poi penso che ricevo già troppo spamming. Allora mi ricordo che tempo addietro una collega imbranata mi aveva chiesto di aprirle un account email che poi non aveva mai usato. alessiaonline@katamail.com. Così ho pensato di utilizzare quello, solo per ricevere l’email di conferma di avvenuta iscrizione. Mi chiedono anche una username. Non mi viene in mente nulla. Per fare prima, decido di usare la stessa username dell’email della collega, in modo tale da aver meno dati da ricordare. La mia conoscenza del mondo dei blog era ancora nulla, e non sapevo che la mia username sarebbe apparsa su tutti i commenti che avrei inserito sui blog altrui di splinder.

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