Ignoranti contro miliardari

Massimo Gramellini sull'incursione svizzera di Borghezio e sulle alleanze tra leghisti e Berlusconi

Nella sua rubrica sulla Stampa, oggi Massimo Gramellini nota una delle anomalie del rapporto che lega il populismo antielitista della Lega e il ricchissimo presidente del consiglio italiano.

Il Borghezio malmenato in Svizzera mentre cerca di ficcare il naso in una riunione di banchieri è la versione caricaturale ma fedele di un nuovo tipo di cittadino che sta crescendo a dismisura in tutta Europa. L’equivalente del «piccolo borghese imbestialito» (così lo definì Gramsci) che nel secolo scorso fornì la base di consenso ai fascismi nascenti. Allora era un reduce della Grande Guerra o un povero cristo impoverito, che nei «pescecani» del capitalismo vedeva gli affamatori e nei socialisti i fomentatori del disordine. Sono cambiati i nomi (adesso i «pescecani» si chiamano «poteri forti»), ma i nemici sono rimasti gli stessi e Borghezio può indifferentemente scagliarsi contro un banchiere o un tunisino: per lui rappresentano le due facce del medesimo complotto globale, ordito da una congrega di finanzieri giudo-pluto-massonici che mirano a distruggere le radici della vecchia Europa, succhiandole i risparmi e invadendola di alieni che pregano Allah.

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