Parole come “Facebook” e “Twitter” possono essere utilizzate solamente se sono direttamente legate a una notizia, mentre non possono essere pronunciate per promuovere contenuti o particolari attività dell’emittente online. Questo significa che un giornalista potrà usare queste parole nel proprio servizio se si sta occupando di un fenomeno legato ai due social network, o a un episodio di cronaca, mentre un conduttore non potrà pronunciare frasi come «Iscrivetevi alla nostra pagina su Facebook» o «Seguite i nostri ultimi aggiornamenti su Twitter».
Secondo Christine Kelly, portavoce del CSA, i riferimenti espliciti a Facebook e Twitter dimostrano una chiara preferenza per questi due social network a scapito degli altri.
Viene espressa la preferenza per Facebook, che vale diversi miliardi di dollari, quando ci sono molti altri social network che faticano per avere visibilità. Questo si può tradurre in una distorsione della concorrenza. Se consentiamo che Facebook e Twitter siano nominati in onda, si potrebbe aprire un vaso di Pandora con gli altri social network che chiederebbero «Perché noi no?».
La risposta è probabilmente data dal numero di iscritti ai due servizi. Facebook e Twitter raccolgono centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, numeri non confrontabili con quelli di qualsiasi altro social network che svolga le loro funzioni.
Continua sul Post